martedì 4 gennaio 2011

Stanotte c'è luna

Si parla di scrittura per la scrittura.
Di arte per l' arte.
Di tecnica per la tecnica.
Di musica per la musica.

Ciascuno è massimamente specializzato e blindato nella sua competenza, nella sua voce.
A volte nell'estensione del suo grido.
Si parla del giusto per il giusto.
Dello sbagliato per lo sbagliato.
Una persona di cultura non sarà mai un idiota.
Una persona semplice non sarà mai geniale e comunicativa.
Non ho mai sentito una persona semplice dire idiozie su questioni letterarie.
Non mi è mai successo che una persona molto semplice abbia sganciato un'idiozia con tanta naturalezza su di una questione letteraria. Sarà che non ci capisco un tubo di affari letterari e di persone semplici. Credo di non averci mai capito un tubo di certe cose. Arrivo a capire solo le questioni molto semplici, quelle molto elementari, rudimentali. Ancora per poco. Anche capire una persona semplice, può essere una questione molto complessa. Soprattutto.
Il viaggio continua, le carrozze fumano polvere e sterco equino, come in un lungo inverno di un film.

Si parla di cultura per la cultura.
Di ignoranza per l'ignoranza.
Ogni gesto va centrato, studiato, armonizzato, finalizzato, sfilato.
Io leggo un manoscritto che deve essere perfetto. Senza una virgola fuori posto, senza una macchia di caffè o di matita per gli occhi. Senza un odore. Un sapore. Mi interessa il manoscritto perfetto. Non l'autore che c'è dietro. Quello non c'entra. Il manoscritto. Il piedescritto. Il braccioscritto. Il colloscritto. Il naso scritto. Deve essere perfetto. E basta! Che sia letterario o drammaturgico. Ho bisogno di una perfezione letteraria e di una perfezione drammaturgica. Senza voci, ma numeri.
Si parla di pittura per pittura.
Di musica classica per musica classica.
Di musica colta per musica colta.
Il pianista senza cuore dal grande incantevole legato, che sfila le mutandine delle signore fino alle poltrone dell'ultima fila, e lascia commosse le maschere del teatro con la dovizia del tocco.
L'arte è una scienza perfetta.
La bellezza è una scienza perfetta.
La bellezza è un'arte.
L'arte per l'arte è perfetta.
La scienza per la scienza.
La bellezza per la bellezza.
Il cinema per il cinema.
Il teatro per il teatro.
Ciascuno sarà ultra specializzato, perché avrà fatto qualcosa in più. Di perfetto e di blindato.
Muratura aspra dell'ingegno. Perfezione del segno padre e delle sue discendenze.
Saputo qualcosa in più.
Letto qualcosa in più.
Sputato qualcosa in più.
Ingegnato qualcosa in più.
La perfezione, per cortesia. Perfezione nel prevalere e nel prelevare valore.
Non parlare.
Non grattare.
Non cantare.
Non scrivere.
Ma perfezionare.
Avrei voglia di lanciare un grido. Ho i brividi e ho caldo.
Devo uscire. Chiedo scusa, permesso...permesso, dovrei passare. Ho molto caldo, un caldo colto che mi gela le ossa e mi dà i brividi. Ho bisogno di sudore, stupore  e di coperte antiche. Chiedo scusa, ecco, sì la ringrazio, adesso riesco a passare. Sono magro e semplice e non capisco un accidenti. L'odore delle coperte, ecco la mia cultura. Le coperte e i mandarini, il buio di un pomeriggio di temporali. E tu che non mi chiami. Mi sento senza mani.
No, mi sento una persona inadeguata, ecco. Sono semplice, troppo semplice. Non è che abbia sonno, è che vorrei lanciare un grido incolto in un'altra lingua e scrivere un sonetto per una civetta delle nevi, mentre scanna una carogna di un'anatra reale e mi fissa con gli occhi gialli, prima di spiccare il volo verso una campagna nera. E ringraziarmi per l'insolito pensiero in versi, con un fiotto di sterco argentato lanciato a mezz'aria, prima di svanire. Sarebbe qualcosa di molto edificante.
Che cosa dice, per carità! Fategli spazio, fatelo uscire. Il signore forse non si sente bene. Ha caldo e prova i brividi.
Vorrei bere dell'acqua molto calda e uscire fuori. Per cortesia.
Stanotte c'è luna. A casa ho un letto, un lumino rosso e una finestra.
Basta aprirla. E sarò arrivato.

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