mercoledì 5 gennaio 2011

Il reperto autografo e la memoria


Felici. Il titolo di una poesia del poeta Ermanno Krumm, del quale scopro una dedica a mio padre, mettendo ordine tra i testi. Un bianco Einaudi ancora intonso, dal titolo "Felicità". E il corsivo autografo, così nitido e sorridente, tracciato con una penna blu, che mi graffia lo sguardo quando lo leggo: a Michelangelo Salerno, delle più belle città d'Italia, il suo Ermanno Krumm.


Quante cose si nascondono nel mio passato. Nel nostro ignaro e comune passato. Quando ritornavo da scuola, dal liceo e si faceva sera, avevo negli occhi le tende del suo studio, dalla stanza dove scriveva. Erano giallo senape e molto pesanti. Ancora le zampe e gli artigli di un lampadario centrale stile spagnolo e il suo riflesso. Guardavo tutto quello che vi si muoveva attraverso, e cercavo di scorgere se tutto fosse a posto. Se non ci fosse l' ombra inquietante di un medico di guardia, o di un qualsiasi estraneo, che gli tastasse il polso o controllasse se fosse ancora in vita, con un dito sul lato azzurro della gola. O alzasse il braccio con una lunga siringa, da lontano. Avevo circa quattordici anni. 
Ho passato un periodo con l'agguato costante della sua perdita improvvisa, quanto incubata, mai detta. Una miccia calda e frizzante nel cranio a ogni passo verso casa, lungo il percorso di ritorno. Forse l'aveva intuita quell'ansia, negli anni. Dicendomi che a volte quella paura era più egoistica che altro. Quando poi, rientrato in casa, lo rivedevo sano e felice seduto al suo scrittoio, gli mettevo il broncio, come per vendetta, e andavo nella mia stanza, ancora col fiatone, nemmeno fossi reduce da un lunghissimo bacio della prima sera. Non si parlava quasi mai di letteratura. La respiravo dai suoi occhi, dalla sua tosse, dai suoi sorrisi, dalla sua ironia sottilissima. E adesso una sua piccola eredità, dopo tanta angoscia un titolo rischiarante, e la poesia Felici, che mi sgrana davanti come uno sciame cosmico, e il cui suono comincia così:
"Bevo da una bottiglia di 23 anni fa,
addio chiaretto di Tortona".
Era una raccolta del 1998. Felicità.

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