lunedì 27 novembre 2017

Mi accorgo



Mi accorgo sempre di più di scrivere per perdermi. 
Non riesco a vedere altre ragioni.



venerdì 24 novembre 2017

"Prima del ritorno": la locandina ufficiale



giovedì 23 novembre 2017

"Prima del ritorno". Scenografia completa a poche ore dalla première


Ecco l'impianto realizzato da Cristiana Fasano per la prima di questa sera di "Prima del ritorno":







mercoledì 22 novembre 2017

Sprazzi scenografici per "Prima del ritorno". Domani la première a Roma


Dal cantiere o scatola magica della scenografa Cristiana Fasano, alcuni elementi di scena ancora in fase di preparazione, che faranno da sfondo, ma anche da anima, al monologo "Prima del ritorno", in scena domani a Roma, come opera finalista per la terza edizione del festival dei corti teatrali Artemìa.






















martedì 21 novembre 2017

La cena



Ultimi tre giorni. Per informazioni Fondazione Teatro Garibaldi




lunedì 20 novembre 2017

La Napoli dolce e vera di Rosarita


Questo scritto che condivido oggi è di Rosarita Raiola, una ragazza di soli tredici anni, che frequenta la terza media presso l'Istituto comprensivo Don Lorenzo Milani, di Torre Del Greco. Rosarita, di sua spontanea volontà, e mossa da una profonda passione per la scrittura, ha deciso di scrivere questo ritratto della sua città sulla piattaforma del progetto Repubblica@scuola, senza che nessuno le avesse assegnato questo compito. È stata una sua scelta, quella di dare voce a un momento soltanto suo, che ha sentito di far vivere e che ho sentito allo stesso modo di accogliere in questo mio spazio, come qualcosa di prezioso. 
Rosarita è un'allieva di Daniella Fariello, una professoressa molto attenta e ispirata e anche una mia splendida amica, che ha sempre dato fiducia e incoraggiato le sensibilità più spiccate dei suoi ragazzi a mettersi in gioco attraverso i sogni e i disegni delle loro parole. 
In questo scritto di Rosarita si schiude uno sguardo molto tenero e attento sulla vita di una città, con dentro la freschezza di un'armonica a bocca che si allontana nella canzone chiara della sua vita.

Semplicemente Napoli

"Avete presente due bambini che si abbracciano?

Avete presente le partite di pallone giocate per strada in cui le porte sono solo semplici pietre?
E i castelli? E la storia?
Avete presente le risate sonore?
E le canzoni popolari? I balli?
Avete presente anche il caffè? La gentilezza? L'altruismo?
Avete presente l'amicizia? 
Avete presente i vicini di casa?
Avete presente Natale, Pasqua e Carnevale?
Avete presente i ragazzini ribelli?
Avete presenti Massimo Troisi, Lucio Dalla, Pino Daniele, Totò, Eduardo De Filippo, Sofia Loren e Vittorio De Sica?
E i musei? 
Avete presente le coppiette di quattordicenni felici?
Avete presente i graffiti?
E le frasi? Il dialetto?
Avete presente le urla delle mamme?
Avete presente le piazze?
E la pizza? La pasta? La sfogliatella?
Ma poi, avete presente il sorriso tra due bambini?
E sempre parlando di loro, i pomeriggi passati ad andare sotto casa della bambina/o da cui sei attratto?
E le gite? 
Avete presente "Filumena Marturano", "Miseria e Nobiltà" e "Scugnizzi"?
E San Gennaro? E i fedeli?
Avete presente il golfo?
Avete presente le feste di piazza? E la sabbia nera? 
Avete presente una lunga linea che divide la città?
Avete presente il teatro più bello del mondo? La Reggia? 
E il babbà?
E una piazza con la statua di Dante?
Avete presente quei bambini che non hanno nulla di materiale ma hanno l'oro nel cuore? 
E avete presente Scampia? Le vele?
Avete presente le persone che ogni giorno lottano per portare il pane a casa?
Avete presente il mare, il sole e l' "ammore"?
Ecco, tutto questo è Napoli, la nostra città. 
Il nostro amore per questa città è indescrivibile. È un amore a cui noi napoletani non pensiamo, ma se solo lo facciamo, ci scendono le lacrime. Napoli si ama più di un marito o di una moglie. Il rapporto che questa bellezza ha con noi è splendido. A volte ci sono incomprensioni, ma ne usciamo sempre uniti: io, Napoli e la mia gente!
È tutto quello che abbiamo, Napoli è la nostra unica certezza, la nostra ancora, la nostra speranza. Disprezzata da tanti, amata da pochi. Ma quei pochi la amano alla follia. E sapere come si dice "A sape tutto 'o munno, ma nun sann' a veritá." 
(La conosce tutto il mondo, ma non sanno la verità.)
Quale verità? La bellezza, l'umiltà e l'amore. Perché se dici "Napoli" dici queste tre cose. 
Non so per quanto ancora i miei occhi vedranno Napoli, ma sono sicura di una cosa: sarà sempre la mia persona."

Rosarita Raiola






domenica 19 novembre 2017

Nel cuore della notte



Nel cuore della notte, ormai è già domenica, quando si rompono gli argini nel silenzio. Tutto tace, mentre tutto potrebbe accadere ed essere detto e corretto altrimenti, oltre la refezione di questo momento. Una telefonata nella notte, per esempio, che potrebbe esplodere come una fiammata nel buio e diventare una voce che stringe alla gola, dentro la sua mota di dolore e di follia; o forse il lamento di un'alcolista, di una ballerina dell'Opera che si è fatta male col vetro, di un uomo solo, che è sceso di casa perché ha finito le sigarette e ha lasciato la sua famiglia sopra, – con la televisione accesa e i bambini crollati di sonno sul divano – per non ritornare mai più. O forse solo una voce muta, che respira e che si ricorda, con tutta la gestazione del suo ministero, trafitto di sortilegi e rimpianti o dell'odore facile della pioggia, che è sfatto solo del ritratto in nero di quest'ora strana, che non passa mai.








sabato 18 novembre 2017

Novecento, al teatro Pegaso di Ostia con Fabio Gagliardi










venerdì 17 novembre 2017

Fantastic Voyage. The Exoplanets





Roma, 17 Novembre 2017

Il FotoStudio Fantastic Voyage è uno spettacolo di visioni di pianeti ancora da esplorare, suoni dallo spazio profondo, salti nell’infinitamente piccolo, sinfonie per perdersi tra le stelle. Un viaggio verso altre dimensioni condotto dal fotografo e videomaker Francesco Amorosino e dal musicista Stefano G. Falcone.
Il 17 novembre in occasione del finissage della mostra Fantastic Voyage, verrà riproposta, dopo il successo dell'inaugurazione, la performance live di video arte musicata dal vivo che dà il nome all'esposizione. Una nuova occasione per lasciarci il nostro pianeta alle spalle.

Evento: Finissage Fantastic Voyage – Un’immersione nel cosmo.

Data: 17 novembre 2017

Orario:
ore 19 Apertura mostra e aperitivo
ore 20,30 Performance live
Dove: Via Valdinievole 106, Roma

Tel.: 3333741653

Email: f.amorosino@gmail.com

Ingresso gratuito


STEFANO G. FALCONE
Nato nel 1983 in Basilicata. Vive e lavora a Roma come tecnico del suono, sound designer e musicista nel suo project studio nel quale si dedica alla ricerca e alla sperimentazione sonora. Appassionato di musica fin da piccolo, impara a suonare la chitarra da autodidatta e a 14 anni inizia a studiare la batteria, a 18 anni compra il suo primo campionatore e inizia a produrre musica elettronica.
Nel 2003 si trasferisce a Milano per espandere la sua conoscenza sul suono e si diploma al SAE Institute. Nel 2005 si trasferisce a Roma dove inizia a lavorare come sound designer e impara come applicare la tecnica del suono alle immagini lavorando come fonico di presa diretta e di post produzione in diverse società della capitale.


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FRANCESCO AMOROSINO - Fotografo professionista è il creatore de il FotoStudio, spazio per le immagini a Montesacro, dove oltre alla realizzazione di servizi fotografici, si tengono corsi, mostre ed eventi. La sua pratica artistica parte dalla fotografia per esplorarne i limiti lavorando con libri, installazioni, video e sculture. Ha esposto in diverse mostre in Europa, Asia e America e nel 2016 ha vinto il prestigioso Sony World Photography Award nella categoria Still Life. 

Day Surgery


Day surgery: reparto di oculistica di una struttura pubblica. Alle pareti dei quadretti con una Napoli lontanissima, di inizio novecento. Un uomo in pigiama con le sue due figlie che li scorreva con attenzione e che cercava di riconoscere qualche riferimento flebile con il presente. Quando una delle due ragazze riconosce sicura piazza Nazionale: il suo viso, attraversato da uno scorcio di luce e anche l'altra e suo padre, eletti parte lesa e improvvisa di una storia ancora comune, e identificandosi in quel reperto sfumato e irriconoscibile, come nell'apertura di una scatola magica. Rimasero sorridenti e incantati, tutti e tre, davanti a quel quadretto in bianco e nero, come nello scorgervi l'ombra di un loro lineamento, una sorta di piccolo destino segreto, o forse solo una carezza in quel giorno di pioggia e di lunghissime attese. Lasciando il reparto con mia madre e con quegli occhi di quelle due ragazze accanto al pigiama da ragazzo del loro padre anziano ancora dentro, mi sono commosso.












giovedì 16 novembre 2017

Tempo | Macchina, by Giuliano Tomassacci: il trailer












mercoledì 15 novembre 2017

Festival Artemia: elenco e calendario degli spettacoli selezionati






martedì 14 novembre 2017

"Ma è a due passi da lei": sintesi giudizio Lettori/drammaturgia Oèdipus


Questo il documento di sintesi ricevuto questo pomeriggio e legato alla mia opera teatrale in due atti "Ma è a due passi da lei", e dai giudizi espressi dai lettori della sezione drammaturgia della casa editrice Oèdipus, che ringrazio infinitamente per l'attenzione, la sensibilità e la precisione di queste inquadrature, insieme a Patrizia Longhi Ruffolo, che ha curato questa bellissima sintesi:


lunedì 13 novembre 2017

Nessuno è inutile


Nessuno è inutile se ha un amico. 
Se siamo amati, siamo anche indispensabili.

Robert Louis Stevenson





domenica 12 novembre 2017

Lettera a Dino


Non ti ho mai visto, se non in una foto. Una foto che ho guardato solo quando non c'eri più. Se tu ci fossi stato non ti avrei mai guardato in una foto e nemmeno dal vivo, forse. Ma questo adesso non posso dirlo. Oggi è domenica, nella strada c'è silenzio, ma ogni tanto, da una casa con le finestre aperte, una donna grida contro un figlio o contro il marito. Poi smette e ritorna la pace di te. E dentro questa alternanza di silenzi e di grida, ritorna il tuo viso, in questa domenica di novembre. Non quello della foto, ma quello della nostra amicizia, che è cominciata in questo mistero e che continua, senza finire mai. 
Non mi hanno insegnato come si fa a farsi amico uno sconosciuto, una persona che hai visto in foto soltanto quando non c'era già più, quella stessa che se poi ci fosse stata nemmeno avrei mai guardato in foto e nemmeno dal vivo, come ho già scritto. Ricordo che a tredici anni non avevo amici e mio padre, che era il mio migliore amico, passeggiava con me e cercava di aiutarmi a trovarli con le sue parole e con il suo amore. E in qualche modo in quelle passeggiate vi era la speranza di trovarli e insieme la disperazione di non averne. Adesso, con il sentirti amico, in questo tuo non esserci, si uniscono in un solo ritorno la disperazione e la speranza dei miei tredici anni, fondendosi in qualcosa di lontano, ma anche di profondamente intimo e sognante. Il pensare a quello che diresti di me, delle parole che in questo momento scrivo e quanto ti facciano sentire vivo, oltre la soglia agghiacciante del mistero con le sue distanze incolmabili che ci avvincono. E quanto rideresti o quanto ameresti la profonda nostalgia di un ragazzino mai conosciuto, che mi è diventato amico speciale solo attraverso la sua assenza. La tua assenza, di trentaquattro anni, è la nostra amicizia. Il fatto di non averti mai parlato e conosciuto, è la nostra amicizia. Di non averti mai chiesto com' è il gelato di Mennella, per esempio, o gli spaghetti a vongole con dentro il tarallo sbriciolato della mia trattoria preferita, ecco, anche quella è la nostra grande amicizia incondizionata del ritrovarci dentro questa assoluta impossibilità, così vicina a quella di voler capire o imparare l'amore. Ma tutto questo che sento, tu in qualche modo lo sentirai? Ti sentirai di avere un amico in più, oltre le patine di queste lunghe nebbie italiane, che si addensano oltre le tenebre dell'abisso? Sarà una lettera che sto scrivendo a un amico, questa, o un esercizio di respirazione, per sentirmi amato dentro un dolore così difficile, per uno sconosciuto di una terza media mai sciolta? Ma perché sconosciuto, poi? Oggi, in questa domenica, potrei incontrarti in chissà quanti istanti o piccoli frammenti illuminati che non mi aspetto e che mi dicono di me e della tua vita, come nello specchio verde e rosa di una darsena. Forse perché nel disordine di questo amore si smuove sempre qualcosa, un affare sabbioso che ti entra negli occhi e non va più via, a volte anche per giorni. Potresti diventare una cosa nell'occhio, insieme ai tuoi compagni di classe e di scuola: una cosa nell'occhio che ogni tanto ritorna e dentro quel dolore ti fa vedere meglio le cose piccole, che ti amano anche se non ci sono. Ed è per questo che ti sono amico, e che ti sarò sempre amico, nonostante o soprattutto questo nonostante così divorante, in cui, proprio non essendoci, tu profondamente ci sei, perché ci sarai sempre stato, ad aspettarmi da una delle tue prospettive notturne, dalla cima di una ruota paronamica o di una montagna, o dentro il locale dolce di Alfredo, dove c'era un gatto stranissimo che fumava sigarette. Ancora prima di tutto quello e di tutto questo e di quello che non abbiamo ancora capito, analizzato, sezionato, ma che ormai ci rappresenta, come la prima stella da una finestra rotta da una tua fiondata, o  quella costellazione di lucciole, rimediata da una tua scatola di biscotti inglesi,
questo mio ti voglio bene, che non finisce mai:

Luigi

venerdì 10 novembre 2017

La guarigione



Guariamo dalla sofferenza 
solo provandola appieno.

Marcel Proust












giovedì 9 novembre 2017

Di pomeriggio


Di pomeriggio,
pare che tutto si fermi; un po' si dilati, si incanti e si scordi. L'aria irreale di chi cerca qualcosa nelle sue tasche vuote e poi ti fissa, ma non ti guarda. L'esattezza di un palo della luce, del traffico di chi smonta da un ospedale, nella stanchezza mortale di un doposcuola, quando dalla finestra appannata vedi volare un pallone rosso dentro il Congresso di Vienna.



mercoledì 8 novembre 2017

"Prima del ritorno", selezionato alla terza edizione del festival Artemia




Il mio monologo "Prima del ritorno", interpretato dall'attore Fabio Gagliardi, è stato selezionato tra i lavori della terza edizione del festival Artemia, dedicato ai corti teatrali. Il monologo andrà in scena a Roma dal 23 al 26 novembre. Su questo blog gli aggiornamenti. Cureranno l'allestimento Fabrizio Fiore, Giuliano Tomassacci e Cristiana Fasano, con la regia di Mario Canale.



domenica 5 novembre 2017

Spesso


Spesso nello scrivere percepisco un dolore costante, acuto, come un taglio di cesoia dentro. Un dolore che surclassa l'economia a cui andrebbe destinato il mio scritto. Questo dolore è cieco, ma nello stesso tempo lungimirante e prezioso. Ma è anche qualche cosa che nessuno potrà mai sottrarmi. Forse l'unica.





sabato 4 novembre 2017

La visita





I libri di Cassola, nelle edizioni più rare e interessanti, li cerco sempre nello stesso luogo e quello stesso luogo, diverse volte, mi risponde e me ne concede uno, come una conchiglia rara da una mareggiata. È una vecchia bottega di antiquariato, situata nel centro storico, dove mi sembra sempre di scorgere un odore di pioggia tra le pagine e tra i pochi volumi dove mi addentro nella ricerca. Come mi è successo pochi pomeriggi fa, in un giorno di sole, incontrando la seconda edizione Einaudi de "La visita". 1962.










giovedì 2 novembre 2017

Undici desideri


MAURIZIO  Vorrei, vorrei, vorrei, adesso non lo so più quello che vorrei. Davvero. Peccato, però...

RICCARDO Costruire un aliante  e fondare un nuovo marchio di biciclette.

STEFANIA Diventare un’insegnante buonissima che promuove tutti e non si arrabbia mai.

RUGGIERO Conquistare un nuovo continente sommerso e la tua fiducia.

GIANPAOLO Essere il migliore attaccante del mondo e non sposarmi mai.

EDOARDO  Scriverti una poesia.

ANNALISA Tenerti solo un po’ la mano.

ALESSANDRO Diventare un magistrato.

EVA Sentirmi amata. Sempre.

FRANCESCA Dipingere di blu pervinca la mia città e scrivere mille canzoni.

ALFREDO Allevare lucciole in una scatola di biscotti inglesi, e poi guardarvi dentro la notte del cielo.







Cartolina da un morto


"Qui la fine della primavera e la fine dell'inverno sono più o meno la stessa cosa. Il segnale sono le prime rose. Ne ho visto una mentre mi portavano nell'ambulanza. Ho chiuso gli occhi pensando a questa rosa mentre davanti l'autista e l'infermiera parlavano di un ristorante nuovo dove ti fanno abbuffare e si spende pochissimo".

Franco Arminio. Cartoline dai morti.






mercoledì 1 novembre 2017

Una vita senza libri



Una vita senza libri è una vita di sete.

Stephen King



La semplicità


Nell'esser semplici, nel vero buio di ogni attimo profondo, non sempre si acquisisce un linguaggio adeguato, che rifletta e che tacqua la dovuta limpidezza di quei momenti. Dovendo sentire la profondità della vita nella sua semplicità, non è detto che questo sentirla semplice corrisponda, scrivendovi dentro, a qualcosa del tipo: "Domani, se facesse freddo, quel freddo che davvero vorrei, scenderei per comperare del vino novello e anche una conserva di mele cotogne". Avverto in questo tratto di cronaca immediato, da taccuino fresco di viaggiatore, che percorre un tratto di strada dalla sua abitazione al primo Carrefour di zona, la bellezza ma anche la veggenza di alcune beatitudini e care profondità. Ma il linguaggio che mi assedia spesso recepisce dell'altro. Non sempre la semplicità del mio animo potrà esprimersi con quei tratti limpidi da taccuino, con quella freschezza o quella rassicurante linearità di un quaderno elementare. Forse per il timore di non farcela a completare il suo compito, la sua strana missione del comunicare a tutti i costi la tempesta della vita nel mistero delle parole. Quella di tacere quella cronaca ordinaria, rifinita, attraverso il diktat di un'identità parallela, che in un viaggio più oscuro ne attraversi e ne celebri un senso, forse.