giovedì 31 dicembre 2009

Cosa si può augurare?

Cosa posso augurare, o forse è meglio dire che cosa si può augurare, mettendomi appena da parte
Tutto il possibile e l'impossibile ma senza che l'augurio diventi un meccanismo, un fattore automatizzato. A volte per ciascuna persona ci vorrebbe qualcosa di diverso, ma non di già masticato o di preconfezionato. Gli anni si avvicendano nella loro scapigliata violenza o dolcezza, senza che gli auguri riescano a frenarne il flusso, quello che forse ci resta è di provare a lasciare che l'augurio rimanga qualcosa di sentito e non imposto.
Non amo ricordare un augurio forzato, fattomi per non dispiacermi o per paura, preferisco un bel vuoto, che può stimolarmi a capire anziché una frase elettrica, ibrida e forzata, senza cuore e senza stomaco.
Gli anni diventano belli per i minuti o i secondi che si impiegano individualmente a strutturarli, o a tentare di farlo in un certo modo, a partire forse dalla libertà di cominciare con l'onestà, e di usare per ciascuna persona un messaggio diverso, anche per rispetto e per amore delle bellissime possibilità che la nostra lingua ci offre.
Adesso ho finito. Questo era l'ultimo post del 2009. Provo un po' di nostalgia a concludere così, mi passerà...
l.s.

mercoledì 30 dicembre 2009

Nebbioso

Nebbioso l'annebbiarsi di stamattina, dalla finestra le strane pinne di foschia, per i più esperti e per chi viaggia e riconosce l'inganno e la differenza, ma davvero insolite, lo stesso; forse i vapori di un anno che esala e che stenta a morire...o il velo e i grandi vizi fumanti del passato e dei passaggi epocali?
l.s.

martedì 29 dicembre 2009

Indirizzi e varietà di sviluppi

"...nessun insegnamento, per eccentrico e ornamentale che sia, impedisce poi ai suoi dottori o laureati di dedicarsi a quel che preferiscono, nell'opposto estremo: si possono passare anni ad analizzare Cervantes e andare a parare nella finanza, o indagare sugli antichi persiani per trasformare questo alla fine nello stravagante preambolo a una carriera politica o diplomatica...".
Javier Marías: da "Il tuo volto domani, 1. Febbre e lancia.

lunedì 28 dicembre 2009

Ottenere la perfezione

"Ottenere la perfezione è impossibile, di qualunque cosa si tratti, figurarsi poi se si tratta di cose scritte, e più che mai è impossibile in  note come queste che sono costituite da migliaia e migliaia di brandelli di possibili ricordi".
Thomas Bernhard

domenica 27 dicembre 2009

Scrivere sul sogno, al liceo Braucci, da Repubblica Scuola






Vi prego non svegliatemi, sono nel bel mezzo della fase Rem!


Sognare: il modo più facile di realizzare i propri sogni, il modo più semplice di esternare i propri sentimenti, una seconda vita, parallela alla nostra, dove tutto è possibile, dove la vita continua. Questo sì che è sognare e chi non vorrebbe fantasticare un po’ con la propria mente? Molti definiscono i sogni come cose banali, per soli bambini, ma è evidente che non sanno di cosa parlano. Il sogno non è solo quello che viviamo mentre dormiamo, il sogno è qualcosa di più. Il sogno è anche la propria ispirazione, la meta da raggiungere, ciò che si vuole diventare per realizzare se stessi ed è proprio questa l’affinità con il mondo reale e sono proprio i sogni che ci spingono ad andare avanti, perché sappiamo che ci aspetta qualcosa di migliore, qualcosa che noi desideriamo con tutte le nostre forze. Secondo Freud, fondatore della psicoanalisi, il motore dei sogni sono i desideri inconsci. Tali desideri durante la notte rafforzano i loro effetti e hanno dunque l'occasione di emergere sotto forma di immagine onirica. Dunque, quei ragazzi che hanno problemi sociali e vivono disagi giovanili non hanno forse diritto anch’essi a vivere felici e appagati se non nella vita reale almeno in quella onirica? Per loro sognare è davvero tutto perchè nei sogni riescono ad evadere dalla società che li circonda dove hanno difficoltà e vengono trasportati in un mondo dove loro sono i protagonisti, dove si sentono appagati, dove finalmente possono vivere una vita migliore. Potranno essere cavalieri che combattono per salvare la propria dama da un drago feroce, assumere l'identità di un mago che esercita i propri poteri, di una star hollywoodiana o, perché no, semplicemente di un ragazzino che corre libero in un prato sventolando l’aquilone e lasciandosi sfiorare dalla brezza del dolce vento primaverile. Un mio sogno più recente? Dunque vediamo.. Mi trovavo in un immenso oceano, circondato da tanti bellissimi animali:  le più svariate specie di pesci, delfini, foche e balene e non avevo paure né tantomeno annegavo. Gli animali mi osservavano, mi rispettavano, ero il loro Nettuno. Un gran bel sogno il mio, ero felice perché quello era il mio regno. Certo, se vivessi in un mondo come piace a me, là tutto sarebbe diverso: non esisterebbero più la violenza, le malattie, la fame,  ma soprattutto saremmo tutti uguali e avremmo tutti la libertà di pensiero….  Allora ragazzi, continuiamo a sognare, è l’unica cosa che ci resta in questo mondo a volte ingiusto. Scaraventiamoci in questo mondo fantastico, dirigiamoci tutti alla stazione “Kidzdream” e compriamo un biglietto “per sola andata e mai ritorno”…

Leone 93 III E

sabato 26 dicembre 2009

Il Machado viandante


Un testo dell'opera di Machado, poeta e cantore di quell'"eterna umanità" dei suoi affreschi, dal sangue della polpa al pastello dei paesaggi spagnoli del viandante. Stamattina ho attaccato l'XI dalle "Soledades", in attesa della colazione:
"Vado cantando, viandante
al limite del sentiero...
- sta per calare la sera-
Dentro il cuore avevo
la spina di una passione;
riuscii a strapparla un giorno:
non sento più il mio cuore".

Ecco, allora, chi è Machado.

l.s.




venerdì 25 dicembre 2009

Un processo di ricerca comune

Credo che un ottimo libro, non nel senso di un libro di successo, ma di un libro che funzioni e che abbia quel valore immediato di comunicativa e di un puro e incontrollato coinvolgimento, insomma..., sia quel libro dove lo scrittore e il lettore si incontrino in un unico, informe processo di ricerca, che li coinvolga a distanza negli stessi misteri della tonalità, negli stessi vizi o anche nelle eventuali oscurità e spigolosità del testo. Un processo che renda superflui i loro singoli ruoli, che li slacci e li renda come relativi, rispetto alla bellezza e all'importanza di quel flusso comune e nutriente, che a volte non si dimentica più, quando accade, e che può intersecare diversi altri piani, paralleli e lontani da quella stessa storia.
Ecco cosa penso che succeda con un ottimo libro.
l.s.

Estate: Alessandro W. Mavilio traduce Matteo Pelliti


Alessandro W. Mavilio: traduzione video e traduzione napoletana, pedalando per Kyoto, della poesia "Estate" (tratta da Versi Ciclabili di Matteo Pelliti, Orientexpress 2007).

giovedì 24 dicembre 2009

Notte di Natale

"Sempre più disperata dentro l'anima,
sempre più sola questa lunga notte,
di memoria in memoria a dirti amore..."
Alfonso Gatto

Ultimi passi prima della festa


Penso che un grande effetto di nostalgia, sia sempre di spalle al suo apice...
l.s.

L'aria della festa

"...donne giovani, in abiti di mussola, con copricapi che sarebbero potuti crescere sulle siepi e scarpe appuntite; uomini in cachi, marinai, impiegati sciatti, giovani ebrei in eleganti completi di stoffa dalle spalle imbottite e dai pantaloni ampi; "ragazzi della carità" in azzurro- è il sole a scovarli- la musica chiassosa, insolente, li riunisce per un attimo in un solo grande capannello [...] Gli unici in silenzio sono i bambini cenciosi. Stanno vicino ai musicisti, quanto più è possibile, le mani dietro la schiena, gli occhi sgranati..."
Katherine Mansfield

mercoledì 23 dicembre 2009

In libreria...


"Sai che ho incontrato il professore di letteratura del liceo?".
"Davvero? E dove?".
"In metro, aspettavamo la stessa. Abbiamo anche parlato".
"Come sta?".
"Insomma, piuttosto bene, si mantiene sempre così in forma e poi gli ho detto dei miei progetti letterari, del fatto che sto continuando a scrivere e anche di quel corso di scrittura creativa".
"E lui?".
"Come sempre, il solito scettico, non sai mai quando scherza o quando fa sul serio. Mentre io gli parlavo della questione tecnica lui fingeva di ascoltarmi, ma poi arricciava il naso, e allora  capivo che qualcosa non andava".
"Strano, un tipo così metodico, uno che calcola tutto...".
"Infatti, anche io sono rimasto sorpreso, quando gli parlavo dell'acquisizione della tecnica mi sorrideva, poi quando riprendevo fiato mi diceva che c'erano due soli sistemi per poter scrivere: se provati questi non accadeva niente, allora era meglio lasciar perdere".
"E quali sarebbero allora, sono curioso!".
"Il primo è piuttosto semplice, quello che ripetono sempre tutti; leggere, leggere, leggere, leggere i giganti, insomma le solite storie, ma poi ne ha tirata fuori un'altra, che non conoscevo".
Attilio mi guardò, incuriosito, senza interrompermi oltre:
"Diceva che oltre a leggere i giganti, si doveva avere il fiuto per riconoscerli, in un proprio percorso solitario, senza altri indizi al di là del proprio fiuto. Sentire che  stai leggendo qualcosa di grande non perché lo sia come universalmente riconosciuto, ma perché sei tu a sentirlo, ed è su questo punto che ne rimangono in pochini. Ci ho pensato su e allora mi sono accorto che non sono ancora un lettore consapevole. Tutto quello che ho scoperto  e che ho ingurgitato, l'avrei fatto masticando emozioni di persone che amavo, che stimavo, seguendo consigli, seguendo a orecchio le mode, e anche le cose che non leggevo, non lo facevo per lo stesso motivo, trascinato da luoghi comuni, da simpatie o da antipatie, ma senza uno stile puro di adesione consapevole e personale, ecco. Vogliamo il pasto già assaggiato e masticato, diceva, ecco perchè le opere invecchiano subito ai nostri occhi e non si abitano mai; si rimane sull'uscio, fino all'ultimo rigo, e anche oltre".
"E tu, tu vuoi dirmi che credi sul serio a tutte queste sciocchezze?".
"Non lo so, ma un po' mi hanno condizionato, perché non ho mai seguito una mia linea, un mio stile personale, come lettore. Come potrò mai pretendere di ottenerlo come scrittore?".
Uscimmo dalla libreria a mani vuote, e altrettanto confusi. Dovevamo comprare dei regali per Natale. Ci spostammo in enoteca...
l.s.

martedì 22 dicembre 2009

Scrittura e segreti

Un grande scrittore non ti confida i suoi segreti, ma i tuoi...
l.s.

lunedì 21 dicembre 2009

Grandezza e semplicità

È solito attribuire e riconoscere il merito della semplicità, a quelle cose o a quelle particolari opere umane, definite e appurate incontestabilmente come grandi.
È molto difficile, al contrario, attribuire e riconoscere la dovuta grandezza a quelle cose definite e appurate come semplici.
l.s.

Pianificazione ispirata

Pianificare un percorso letterario a volte è la cosa più difficile. Credo che certe cose avvengano un po' alle nostre spalle, come degli scherzi d'acqua, delle sorprese o  dei tradimenti, e non sempre possono essere previste nella loro estensione, efficacia e giusta profondità comunicativa. Il porsi come vittime sacrificali di un certo percorso fatto di innesti tra immaginifico e memoria, la sento forse la posizione più sana e anche la più libera dalla volontà di forzare e di intraprendere una lotta a vuoto contro il tempo, che ci vedrà sempre sconfitti, perché l'ossessione con troppe scadenze porta a scrivere male e solo per sè (credo...). Quindi il tipo di pianificazione di un obiettivo la sento sempre accompagnata da una buona qualità di fiamma ispirata e anche divertita verso l'idea che spinge, e allora le due cose potrebbero andare a braccetto, in fondo le cose più belle che mi sono riuscite quasi mai le ho previste e pianificate, così come una buona giornata, un sorriso inatteso in metropolitana, una nevicata fuori stagione. Intanto ho messo da parte moltissimi appunti in cartaceo accumulati durante tutta l'estate, e ancora non mi decido a riprenderli, o a distruggerli. A volte sarebbe bello regalarli a qualcuno, senza firma e poi dimenticarli.
Si vedrà.
l.s.

domenica 20 dicembre 2009

Henry Miller's Theatre Through Block


Henry Miller's Theatre Through Block from C&G Partners on Vimeo.

sabato 19 dicembre 2009

Vantaggi e svantaggi nel grande Egitto di Mann


"Giuseppe in Egitto", di Thomas Mann, si distende nelle luci di un grande affresco, le sue radici bibliche e le spezie e le grandi spianate di paesaggi minuziosi e di grandi confini di umanità perenni, indissolubili ai tempi e ai mutamenti. Durante il lungo, frastagliato o a volte sabbioso percorso di lettura (una bellissima edizione della Mondadori del 1963, tradotta da Bruno Arzeni), ogni tanto dei lampi di pensiero, perle sapienziali di filosofia o di saggezze sepolte, nell'inconfondibile limpidezza cristallina dello stile; una come queste:
"Se da un punto di vista puramente aritmetico il risultato zero è nulla, in pratica però esso è la saggezza di una conciliazione degli opposti, di una perfezione media, di fronte alla quale sono fuor di luogo tanto il giubilo quanto la maledizione, ma unicamente si addice una tranquilla contentezza. La perfezione non consiste in un accumularsi unilaterale di vantaggi: mentre, se ci fossero solo svantaggi, la vita diventerebbe impossibile. Essa consiste nel reciproco elidersi fino ad annullarsi di vantaggi e svantaggi, e questo "nulla" si chiama poi contentezza".
Thomas Mann

venerdì 18 dicembre 2009

Per uno scrittore...

"...Per uno scrittore, chiacchierare con una portinaia è molto più proficuo che intrattenersi con uno scienziato in una lingua straniera".
E.M.Cioran.

giovedì 17 dicembre 2009

Da "Il Giornale di Vicenza", i racconti premiati del festival Libriamo 2009

"Soluzioni per completare i famosissimi Sillabari. Era questo l'obiettivo posto dal concorso letterario nazionale indetto per il secondo anno dal festival Libriamo (www.libriamo-vicenza.com), dedicato alla figura e all'opera del grande giornalista e scrittore vicentino Goffredo Parise negli 80 anni dalla nascita.
Al bando, lanciato la scorsa estate, hanno aderito più di 200 autori da tutta Italia, proponendo i loro racconti, caratterizzati da stili molto diversi. Duro il lavoro della giuria, che alla fine ha partorito la lista dei vincitori:
primo classificato: Il vaso di Ilaria Parutto- Rivignato (Udine)
secondo classificato: La canzone- Vetture e Veicoli di Luigi Salerno- Napoli
terzi ex aequo Viaggi senza vini di Giorgio Pirazzini- Lugo (Ravenna)
e Xmas time di Flavio Orciani- Vicenza.
Sono stati segnalati altri lavori che, pur non premiati, denotavano un livello qualitativo elevato o peculiarità stilistiche interessanti: Joue Rouge di Anita Orso, Lo scrittore di Vito Ferro, Passion 15 di Paolo Fortunato, Tesori di Luigi Brasili, Tranquillità di Susanna Contadin. Vermi di Daniela Piu.
[...]Le due opere vincitrici verranno lette e agli autori  premiati saranno consegnate alcune copie della pubblicazione.
Dall'articolo del 20 novembre 2009 apparso su "Il Giornale di Vicenza".

mercoledì 16 dicembre 2009

Premio Cimitile


Premio Cimitile 2010: il bando.
SCADENZA 20 GENNAIO 2010

La scuola di scrittura

Una scuola per la scrittura, credo che esista in qualche modo, probabilmente non assoluta, un po' come le scuole di polizia, che a volte dislocate in diverse contee affinano diversi metodi di indagine e di intervento, ma partendo sempre dalla varietà e dall'imprevedibilità di risposta del singolo, che in qualsiasi procedimento didattico, è quell'elemento molte volte oscuro ma che fa la differenza. Per cui ben venga la volontà di condividere esperienze, tecniche, stratagemmi per indagare, rettificare, perfezionare un testo, un po' come tenere in ordine una cittadina difficile, ma con le dovute precauzioni, ossia tenendo ben presente, senza voler scoraggiare o disilludere nessuno, che non esistono metodi per imparare a starnutire, o a tremare o a essere perfettamente maledetti da un'ossessione, e che a volte le maledizioni di un'arte non si possono imparare, né inventare se non ci sono, trovando che sia altrettanto inutile tirarsele addosso volontariamente e a tutti i costi.
Sperando di non essere frainteso,
l.s.

lunedì 14 dicembre 2009

Scrittura al buio

"Ho bisogno di procedere a tentoni, e niente mi annoierebbe e mi dissuaderebbe quanto il sapere in anticipo, quando comincio un romanzo, ciò che questo sarà; quali personaggi lo popoleranno, quando e come appariranno o scompariranno, che cosa ne sarà delle loro vite o del frammento delle loro vite che racconterò...".
Javier Marías

domenica 13 dicembre 2009

Concorso OXP



Regolamento completo



sabato 12 dicembre 2009

Concludo i soffi nel vetro, a circa duecento.

Da qualche minuto ho lanciato l'utimo post sugli appunti letterari de "I soffi nel vetro", un'idea che è nata senza un margine e che lo ha maturato, nella sua naturale estensione, non per un limite o una precisa necessità, ma perché forse era giusto delimitare un primo blocco di mesi e di analisi su quello che la memoria e il pensiero avevano tracciato a frammenti, a volte nel picco di una mossa azzardata, di un tentativo disperato di volo troppo alto, altre come piccolo training di pratica comunicativa o di gioco. In fondo si è trattato di qualche mese con  quest'appuntamento silente con i miei pensieri privati, che ha trovato senza moventi e senza troppi traumi il suo inizio e la sua fine. Nel silenzio di una contrada alpina, o nel fondo di una valle alto-atesina.
È probabile che possa sperimentare in seguito la stessa sequenza in forma audio, o continuarne a sviulppare modifiche, questo è ancora difficile da prevedere, anche perché sto lavorando in parallelo a diverse altre cose. Ringrazio tutti coloro che hanno ritenuto opportuno, a volte anche e soprattutto per curiosità, sbirciare tra le righe di questo block notes soffiato, senza speranze e senza troppi confini. Lo spazio rimarrà comunque disponibile, eventualmente aggiornato in merito a tutto ciò che possa essere inerente con quel percorso appena concluso, con il cristallo e la limpidezza, a volte tagliente ma non sempre, del vetro...
l.s.

giovedì 10 dicembre 2009

Writer's block


Writer's Block from Dominic Risso on Vimeo.

lunedì 7 dicembre 2009

Prospettiva e profondità sonora in Mann

La grande scrittura si riconosce anche e soprattutto nei piccoli dettagli sfumati, a volte è come un pozzo senza fondo ricco di scoperte, sorprese, piccoli incanti. È proprio nei pressi di una cisterna vuota, che Mann adopera questo insolito e superbo movimento di macchina e di suoni, direzionando l'effetto delle luci serali in una direzione opposta al consueto calarsi dell'oscuro, ma lanciandole verso l'alto in una sorta di immaginaria domificazione. Il passaggio è molto intenso e riuscito, sotteso dall'incontro del primo fratello Ruben con una figura ombrosa di un guardiano misterioso, che gli innesca la paura e il dubbio, prima della discesa alla ricerca di Giuseppe. Ecco il passo analizzato, estratto dal romanzo "Il giovane Giuseppe":
"Ma tra le prime ombre del crepuscolo, nella sussurrante sera che saliva con grandi stelle, Ruben, il figlio di Lia, seguendo lunghi cammini, spingeva il suo asino, che portava tutto l'occorrente, da Dotan, verso la tomba di Giuseppe, per compiere quello che nella precedente notte aveva deciso con amore e con ansia".
Così in questo paragrafo, dove si concentrano in contrappunto elementi di umano e musica degli ambienti, tensioni dello spirito e dei luoghi.

l.s.

XXXI dalle Conclusioni amorose del Tasso

XXXI." La felicità o 'l sommo diletto dell'amante essere riposto nel servir l'amata, non nel signoreggiarla".
Torquato Tasso, da "I dialoghi- Tomo secondo- Einaudi".

sabato 5 dicembre 2009

In poke parole- Racconti lampo



Ho ricevuto la scorsa settimana questo volume di racconti, come ulteriore piccolo omaggio al mio risultato nella 2° edizione del Concorso Letterario Nazionale Libriamo 2009(vincitore 2° classificato). Il piccolo libro si chiama "In poke parole- Racconti Lampo", e raccoglie i migliori racconti dell'edizione scorsa. I racconti sono tutti molto particolari e permeati da una freschezza e da uno stile interessante e in alcuni casi anche piuttosto coraggioso. Due i Primi premi, ex aequo: "Gocce", di Tiziano Faggion, e "Il topo di campana" di Roberto De Paoli, due angolazioni diverse ma ugualmente efficaci nel ritmo e nel gioco narrativo della short story, dove le regole della costruzione sono ferree e dove conta molto la capacità di rimanere incisivi, la parsimonia nelle scelte, il peso giusto delle frasi, gli equilibri e dove anche una sola virgola può giocare enormi differenze. Il racconto di Tiziano Faggion, quello con cui si apre il volume, mi ha toccato in modo particolare, forse per quella distesa nostalgia di ciò che sarebbe potuto essere e che ci è sfuggito, e anche per l'abilità di saper mantenere salda la tensione della struttura senza scivolare troppo nei sentimentalismi. Bello e toccante. "Il topo di campana", gioca con il linguaggio e lascia in una dolce sospensione di fiabesco e di piccolo artificio semantico. Meritevoli di attenzione anche tutti gli altri selezionati. Mi farebbe piacere lanciarne qualcuno in podcast, se troverò il tempo.
Da leggere e gustare.
l.s.

venerdì 4 dicembre 2009

Pensieri umani e destino

"Tutto infatti avviene altrimenti di quel che si pensa, perché i pensieri degli uomini, quando precorrono ansiosamente il futuro, assomigliano un po'agli scongiuri, e sono un ostacolo all'attuarsi del destino. Ma questi, per difendersi, tarpa le ali alla nostra immaginazione, e così noi prevediamo tutto, ma non il destino; il quale, non deviato dai nostri pensieri, conserva in tal modo tutta la sua originaria natura e la sua distruttrice, inopinata potenza".
Thomas Mann

mercoledì 2 dicembre 2009

Books by Jeff Kats

Books from Jeff Katz on Vimeo.