lunedì 3 dicembre 2018

"Prima del ritorno" tra i 10 monologhi finalisti al concorso di drammaturgia "Belli Corti"







lunedì 26 novembre 2018

Il progetto "La città vuota" su Into the movie


Il magazine Into the movie, parla de "La città vuota". Qui.













venerdì 23 novembre 2018

"La città vuota" su IMDb


Da questa mattina il progetto "La città vuota -Out of the blue" è ufficialmente inserito nella piattaforma internazionale  IMDb.







mercoledì 21 novembre 2018

Writing



Writing means screaming without sound

Marguerite Duras



mercoledì 14 novembre 2018

Costrizioni



La vita costringe l'uomo a molte azioni spontanee.


Stanislaw J. Lec







domenica 11 novembre 2018

"La città vuota": la locandina ufficiale



mercoledì 7 novembre 2018

"La città vuota" è su Film 4 life



Ecco l'articolo di Valentina Mordini, del magazine di cinema Film 4 life, sul progetto "La città vuota", in questo momento in fase di post-produzione.
















martedì 6 novembre 2018

"Ricevimento al crepuscolo", sulla rivista letteraria Tuffi.


Da oggi il mio racconto "Ricevimento al crepuscolo", è presente sulla rivista letteraria Tuffi, nella categoria 3Cento.



domenica 4 novembre 2018

"Scorsoi" su Microtales



Il mio racconto breve "Scorsoi", dal 2 novembre è su Microtales.






mercoledì 24 ottobre 2018

"La città vuota" su Klub 99


Il progetto "La città vuota" è presente sul magazine Klub99.








lunedì 22 ottobre 2018

La tessitura del vuoto: anatomia di un progetto


Questa storia si smuove e si incammina nel vuoto. Potremmo dire che il personaggio principale che la rappresenta sia proprio la signoria di questo vuoto, nella sua drammatica sostanzialità. Il senso assoluto di questo vortice, indagine agonizzante del mito e dei suoi simboli arcaici, permane dentro il viaggio come elemento attivo e creaturale, che fin dai primi barlumi di interesse al progetto ha orientato le sue traiettorie dentro un canto vivo e controverso di specie. 
Ogni personaggio ne è profondamente impregnato, così come ogni intercapedine di luogo, di muro e di luminescenza nelle cose e intorno all’aria sparita dalle cose, attraversate solo da quel fendente, come il sibilo spettrale da una feritoia di bara. Ma la costante fondamentale, che attraversa tutte le dinamiche di questo percorso labirintico, è anche quella sospensione di ogni domanda, quindi di ogni sentenza e certezza, per l’impossibilità di fare chiarezza sulle origini occulte del deserto, che continua a spingere Faber verso la follia dell’infinito. 
Il tutto rimane soffocato dentro questa vaghezza, che oscilla tra l’incantamento di una fiaba e la coercizione/contrizione della realtà. Faber è il primo e il principale riflesso di questo sfarzo pervadente di annientamento. Ma il vuoto e l’assenza che raccontiamo, sono feroci anche per tutto quello che li ha preceduti: per tutto quello che si è mosso e ci ha commosso, ancora o appena prima di fermarsi e che noi non vediamo ma che avvertiamo attraverso la maschera tragica e modulante del personaggio: la presenza rassicurante delle voci di chi canta e chi cucina da una finestra aperta, i passi sognanti dei fidanzati sulle scale, lo sbattere di una porta, il latrato di un cane, la campana della mezzanotte in una voluta di fumo azzurro, lo scalpiccio del lattaio sulla ghiaia, i salti dei bambini su di una gamba sola, fino al ronzio pomeridiano degli scooter nel dormiveglia. Nel ricordo costante di quei suoni lontani, regna la maestà incontrastata del dolore per ogni crepa e frangente. Per tutto il suono e il varco di possibilità che è stata fino a ieri la vita, anche piccola, per ogni sua futile miniatura, ma ancora più bruciante di quel silenzio statuario del vuoto assoluto che è oggi quella pagina bianca di morte. 
Il dolore feroce e inconsolabile de “La città vuota”, sarà sempre commisurato alla fauce aperta della vita, contro la frantumazione di quel passato semplice, forse difettoso, ma ancora troppo unico e divorante per essere ceduto alla storia come un elemento disperso, acquisto sbagliato del rottame di un’auto d’epoca. Non affiora ancora un senso compiuto, dentro questo affollarsi di tenebre sulle ultime case della provincia, come sugli autobus, sui giocattoli, sul fascino cupo dei boschi e delle strade di un borgo antico,  che motivi razionalmente l’interruzione brusca della varietà della vita di Faber, come dei suoi contatti, delle relazioni e contraddizioni, affanni e sicurezze di un tempo  fervido e ancora troppo vicino. 
Faber si è sempre basato sull’altro per misurare i confini della sua identità e per cercare a tutti i costi di estenderli, in una sua particolare egemonia ideologica. Senza l’altro che guarda e che ascolta, si potrebbe non essere così certi di esserci, di pensare e ridefinirsi a due voci: la presenza innocente dell’altro e delle cose che ci muovono e che ci respirano accanto, – e che se feriscono non sempre ci passano subito –, a volte sono la prova tangibile dell’essere vivi. Ogni passo di Faber è quindi il coltello di una domanda lacerante, la ricerca aperta di una spiegazione logica, pretesa da quel territorio sepolcrale di tombe, assassini e  penombre, che non ha più voce umana se non la possibilità di alcuni riverberi, che vengono concessi in alcuni tratti del suo cammino, come contraccolpo conteso alla maledizione. 
Faber si incammina dentro questo vuoto, affondandovi con tutto se stesso come dentro un campo di neve fresca. E tutte  le risonanze e le vibrazioni del suo incubo, non lo distolgono dalla furia di sondare ancora, per venirne in qualche modo a capo. Anche gli altri due personaggi del progetto, Laura e Karl, sono incastonati nel cemento di quello stesso impasto. Le loro voci, i loro sguardi, le loro apparizioni, parlano incessantemente di un tempo che è stato perduto; di un territorio nebbioso dove nulla dovrebbe essere più possibile. Non vi è speranza, ma nemmeno disperazione. Nelle espressioni di Laura e di Karl appare un sottofondo ancora più misterioso, che potrebbe suggerire rassegnazione, indifferenza, se non inconsapevolezza, ma che invece muta di continuo, come se nascondesse ancora un altro strato sottile, un’altra interpretazione sovversiva di quel livello disconnesso di realtà che si sgretola di continuo durante il percorso. La perdita del controllo e della lucidità attraversa invece l’odissea di Faber. La sua continua insistenza è anche il demone che si accompagna alla dentatura scandita dal suo buio: la sua non accettazione della sua unica signoria.
La prigionia che delimita Faber e tutto quello che gli accade è frutto di un ingranaggio per lui ancora occulto, la nuova era paleosismica della sua interiorità. Un gioco macchinoso di leve, di tensioni e smottamenti che sono avvenuti dentro e intorno a lui e nello stesso tempo senza o contro di lui, alle sue spalle. Ma dentro il silenzio di  una finestra spenta e poi accesa nella notte nera, dove non c’è più nessuno, non esiste maggiore comprensione di quanto valga e conti ogni singola esistenza. Faber non si arrende. La sua esasperazione rende il suo percorso e i suoi passaggi densi di un amore per la vita in cui non aveva ancora creduto e che solo attraverso la paura più profonda ritorna con violenza ad abitarlo.
Nel moto progressivo di questo cantus firmus e dissonante nel mistero, come in tutti gli addentellati che questo progetto declina, si ritraggono le cose nel loro profondo sentimento di controluce e rarefazione. Gli oggetti e le figure murati, senza funzione, come sottofondo di quello che si è perduto e di cui, misteriosamente, ci si ritrova essenziati, molto di più di ciò che si è già raggiunto. In questa intercapedine nebbiosa di traslucenza, Faber e i suoi compagni di viaggio intessono la formazione di una difficile verità, che spieghi  e in un certo senso consoli, quando si è ormai fuori tempo massimo; e che restituisca chiavi, ricordi o guanti da donna dimenticati, contro il freddo polare di una nuova stazione o di un albergo isolato sul mare.




domenica 21 ottobre 2018

Tales of trails: Francesco Amorosino, Stefano G.Falcone e Cristiana Fasano






mercoledì 17 ottobre 2018

Humans. 2018 Miniartextil Como




HUMANS . 2018 MINIARTEXTIL COMO from FONDAZIONE BTS_MINIARTEXTIL on Vimeo.


All'interno del video rappresentativo della mostra, è presente l'opera H dell'artista Cristiana Fasano.
















venerdì 12 ottobre 2018

"La città vuota. Out of the blue": il trailer ufficiale



La Città Vuota - Official trailer from Nocte Film on Vimeo.








domenica 30 settembre 2018

"La città vuota": il sito aggiornato del progetto


Qui
















sabato 29 settembre 2018

Il sogno di Greta S.







venerdì 28 settembre 2018

La tragedia del vendicatore











martedì 25 settembre 2018

Lo scopo dell'arte



Lo scopo dell'arte è la graduale costruzione permanente di uno stato di meraviglia e serenità.

Glenn Gould









lunedì 3 settembre 2018

"La compagna di classe" (The classmate) Semi-finalist STIFF 2018











lunedì 20 agosto 2018

Camminare




"Se camminiamo intensamente per lungo tempo con un pensiero intenso, dice Oehler, ben presto dobbiamo smettere di camminare o ben presto dobbiamo smettere di pensare, perché non è possibile camminare e pensare per lungo tempo con la stessa intensità. Possiamo anche dire, senz'altro, che spesso riusciamo a camminare in modo regolare e a pensare in modo regolare, ma evidentemente questa è la più difficile e la meno padroneggiabile fra le arti".

Thomas Bernhard, Camminare













mercoledì 27 giugno 2018

Edoardo Albinati: una breve intervista


Qui:



lunedì 25 giugno 2018

Ferrari Editore su Zest


Sulla rivista di Zest, progetto culturale di letteratura sostenibile, la presentazione della casa editrice Ferrari. All'interno, tra le prossime uscite della collana di narrativa, un accenno al mio romanzo.










giovedì 21 giugno 2018

"Ma è a due passi da lei"



La mia pièce in due atti, "Ma è a due passi da lei", è in lavorazione alla sua prima bozza per la collana di teatro della casa editrice Oèdipus. In questo passaggio delicato confluiscono tutte le mie energie e le mie emozioni del momento.







martedì 19 giugno 2018

Le paradoxe de l'ecrivain







lunedì 18 giugno 2018

Frammento 227



"Ogni cosa è seme".


Novalis












domenica 27 maggio 2018

Uno scrittore



Uno scrittore è qualcuno che non sa niente della propria vita o della vita di chiunque altro fintanto che non solo l'ha immaginata, ma ha scoperto, scrivendo, come immaginarla.

Philip Roth








sabato 26 maggio 2018

Prendiamo Anthony Trollope





Prendiamo Anthony Trollope.
È uno scrittore inglese del diciannovesimo secolo, autore di numerosi romanzi molto apprezzati all'epoca. Era un impiegato delle Poste britanniche che scriveva per diletto. A un certo punto della sua vita ebbe un successo strepitoso e divenne famoso. Eppure non smise di lavorare alle Poste. Ogni giorno, prima di andare in ufficio, si alzava presto e si sedeva alla scrivania, e riempiva il numero di fogli che aveva stabilito. Poi usciva. Pare fosse un funzionario eccellente e arrivò molto in alto. Fu lui a ideare le buche delle lettere rosse che si trovano qua e là nelle strade inglesi (fino ad allora non esistevano buche delle lettere).

Murakami Haruki, Il mestiere dello scrittore













domenica 15 aprile 2018

Monologo di Chiara Condrò: estratto da "Come il vento", di Marco Simon Puccioni


Rinnovo l'appuntamento con i monologhi della bravissima Chiara Condrò, stavolta nei panni di Armida Miserere, una delle prime donne direttrici di carcere. 
Con Chiara, in questo periodo stiamo preparando, sotto il marchio Nocte film, un nuovo progetto insieme, che sarà prodotto a inizio maggio e che nasce per il Contest eco 2018. Ne sarà la protagonista, insieme a Stefano Skalkotos. Il titolo del progetto è "La mia città senza luci".

Intanto godiamoci questo minuto della sua straordinaria intensità:









venerdì 13 aprile 2018

"Il vincolo cieco", di Luigi Salerno



Il romanzo "Il vincolo cieco", è ormai all'interno della redazione della casa editrice Ferrari, in attesa degli ultimi passaggi di correzione e revisione del manoscritto; il tutto è avvenuto grazie  all'attenzione e all'amore incondizionato che questo romanzo lungo ha ricevuto dalla direttrice creativa Francesca Londino, che nel mese di novembre mi ha contattato al telefono per parlarmi del suo spiccato interesse per il progetto letterario e che da allora non lo ha mai più lasciato, contribuendo a renderlo, con la dedizione costante del suo sguardo ispirato, come della sua cultura, creatività e preparazione, quello che "Il vincolo cieco"non sarebbe mai stato.
Sono convinto che gli interventi da me operati sul manoscritto, grazie alle risonanze e alle suggestioni progressive di Francesca Londino, avranno risentito in profondità di questo suo accompagnamento discreto e nutriente, specie in seno all'architettura drammatica e formale dell'opera, in cui ho inerpicato con maggiore efficacia e definizione il crinale complesso della mia poetica. 
Il romanzo sarà dedicato in memoriam all'attrice francese Pascale Ogier.



domenica 11 marzo 2018

"Prima del ritorno" nello sguardo ispirato di Francesco Amorosino


Nel post di questa domenica voglio condividere con emozione questi scorci molto suggestivi dove la sensibilità e l'ispirazione di un artista di talento, Francesco Amorosino,  incontrano l'anima e gli ultimi preparativi  del monologo "Prima del ritorno" in un taglio che ho trovato davvero molto raffinato e singolare. Gli scatti che seguono spaziano tra il backstage e le prove effettuate prima dello spettacolo, con un paio di momenti della messa in scena, tenuta al Cometa Off di Roma il 3 e il 4 marzo scorsi.
Gli splendidi artisti che hanno collaborato a questa messa in scena sono 

Fabio Gagliardi, (attore) 
Mario Canale (regia) 
Giuliano Tomassacci (disegno luci) 
Cristiana Fasano (scenografia e costumi) 
Stefano G. Falcone (musiche originali), 
Giulia Stronati (make-up) 
Fabrizio Fiore (grafica)
Qui il sito ufficiale di Francesco Amorosino.

Scorcio di scenografia di Cristiana Fasano

Preparazione della scenografia di Cristiana

Cristiana Fasano

Fabio Gagliardi

Fabio Gagliardi 
Fabio Gagliardi  
Fabio Gagliardi  
Fabio Gagliardi  
Fabio Gagliardi  
Fabio Gagliardi 

La scenografia di Cristiana Fasano

Fabio Gagliardi

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

La scenografia di Cristiana Fasano

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

La scenografia di Cristiana Fasano

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 

Fabio Gagliardi 


Cristiana Fasano 

Cristiana Fasano e Fabio Gagliardi


Cristiana Fasano e Fabio Gagliardi 

Cristiana Fasano e Fabio Gagliardi

Cristiana Fasano e Fabio Gagliardi

Cristiana Fasano e Fabio Gagliardi

Cristiana Fasano e Fabio Gagliardi

Giuliano Tomassacci

Fabio Gagliardi

Fabio Gagliardi

Il gruppo degli artisti