Credo che l'horror di qualità sia un affare molto serio. Sia in letteratura che nel cinema, si deve cercare una strada, un solco, che riconduca e sfiori lo spettatore- lettore, in punti estremamente delicati, troppo protetti o all'opposto troppo scoperti.
Durante la revisione di un mio racconto, che dovrei presentare in primavera per una rassegna di letteratura di genere horror, ho cominciato ad approfondire e ad analizzare diversi lavori letterari e pellicole e addirittura balletti tra cui l'indimenticabile e pluripremiato "Dracula. Pages from a virgin's diary", opera spettacolare del canadese Guy Maddin, in cui la leggenda di Dracula viene trasposta in un balletto orchestrato sulle sinfonie di Gustav Mahler e con le coerografie del Royal Winnipeg Ballet.
Questo approccio è molto valido anche per risvegliare alcune reminiscenze di lavori letterari, che ritenevo validi e ispiranti, per il tipo di obiettivo che mi ero posto. Credo che in qualsiasi campo ci si addentri o ci si misuri, è fondamentale avere un quadro chiaro e culturale del fenomeno e la possibilità di individuare la chiave di ingresso. È un elemento basilare individuare una precisa chiave di scelta orrorifica, quanto meno per avere un certo orientamento durante il percorso. Ogni grande opera di orrore, ha una sua chiave che porta a qualche baule e a un significato o a volte a una sottotrama parallela, ricca di risvolti fascinosi e inquietanti, quando al suo interno giace una certa idea, una rilettura, a volte fiabesca, onirica, surreale, metafisica della realtà. Anche in fase di revisione, come nel mio caso, può essere molto importante approfondire per bene certi meccanismi di esplorazione, soppesarli, analizzarli. L'operazione di Maddin rimane tra le più interessanti e originali. Il regista ha scelto di far aderire ogni parte della sequenza in tutte le tensioni del suo sviluppo, con le parti musicali estratte dalle sinfonie di Gustav Malher. Operazione raffinatissima, quanto pregevolmente complessa. A mio parere assolutamente riuscita.
Questo approccio è molto valido anche per risvegliare alcune reminiscenze di lavori letterari, che ritenevo validi e ispiranti, per il tipo di obiettivo che mi ero posto. Credo che in qualsiasi campo ci si addentri o ci si misuri, è fondamentale avere un quadro chiaro e culturale del fenomeno e la possibilità di individuare la chiave di ingresso. È un elemento basilare individuare una precisa chiave di scelta orrorifica, quanto meno per avere un certo orientamento durante il percorso. Ogni grande opera di orrore, ha una sua chiave che porta a qualche baule e a un significato o a volte a una sottotrama parallela, ricca di risvolti fascinosi e inquietanti, quando al suo interno giace una certa idea, una rilettura, a volte fiabesca, onirica, surreale, metafisica della realtà. Anche in fase di revisione, come nel mio caso, può essere molto importante approfondire per bene certi meccanismi di esplorazione, soppesarli, analizzarli. L'operazione di Maddin rimane tra le più interessanti e originali. Il regista ha scelto di far aderire ogni parte della sequenza in tutte le tensioni del suo sviluppo, con le parti musicali estratte dalle sinfonie di Gustav Malher. Operazione raffinatissima, quanto pregevolmente complessa. A mio parere assolutamente riuscita.
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