Ho da poco concluso le ultimissime decisioni sul testo. Il 6 giugno Il Disabitato sarà disponibile, inizialmente in formato elettronico, ma con una distribuzione incoraggiante, organizzata dall'editore con un criterio, e che spazierà da Bol, Ibs, Libreria Universitaria, fino a Feltrinelli, Simplicissimus, Abebooks, Mediaworld.
Sono contento quanto ansioso. Un testo dove non puoi più intervenire, comincia ad appartenere a un'altra sfera. Ad essere ammantato da una luce diversa, che non sempre ti permette di vederlo e di sentirlo come lo hai visto e lo hai sentito fino all'ultimo attimo prima di chiudere le tue possibilità di intervento.
Sono contento quanto ansioso. Un testo dove non puoi più intervenire, comincia ad appartenere a un'altra sfera. Ad essere ammantato da una luce diversa, che non sempre ti permette di vederlo e di sentirlo come lo hai visto e lo hai sentito fino all'ultimo attimo prima di chiudere le tue possibilità di intervento.
Per alcuni un testo comincia a vivere davvero quando incontra il suo lettore. Sono d'accordo. Senza lettori non si esiste. Non c'è nulla. Vi saranno tanti romanzi diversi, nello stesso, per quanti occhi e per quanti lettori incrocieranno lungo il proprio percorso. La fase di impotenza, di uno scrittore che ha messo un punto - nel mio caso ho scelto di utilizzare, in finale di lavoro, i due punti. Per una serie di motivi, per un omaggio affettuoso a un poeta che amo, e perché in fondo non esiste mai una fine definitiva. Così come non esistono inizi definitivi. La storia che si racconta, rappresenta un taglio, una prospettiva di visione, una possibilità. Non: la possibilità. Mi piace lasciare sempre delle aperture, degli spiragli. La mia sensazione, nell' aver comunque concluso un lavoro, messo comunque un punto – ma anche i due punti al mio cammino–, è di leggerezza e di stupore. E dall'altra parte avverto anche il peso di chi deve voltare una pagina, e passare avanti. Ritornare nelle ombre dell'informe, del non ancora plasmato ma del già vivo. Il peso che avverto nell' abbandonare le giornate passate in compagnia di quel particolare assortimento di umanità, di memorie, di reale contaminato da finzione, di ricordi, di miraggi o paesaggi alterati, che non ritorneranno più perché non avranno più gli occhi particolari di quella situazione emotiva, di quel particolare respiro che solo una storia chiusa può serbare e conservare nel tempo.
Esporsi a raccontare avrà il suo prezzo. I suoi rischi. Non c'è scrittore al mondo che non abbia mai dubitato e rischiato, dopo un certo ciclo concluso. Una parte di chi ha scritto, avrà chiuso una sua fase di vita e di sogno. Avrà lanciato un suo ormeggio, in una laguna di coralli e di squali. Questo in ogni caso. Non vi è mai certezza. Se vi fosse qualche certezza in questo settore, allora deciderei per qualcos'altro. Di più incerto, ma anche di più vivo. Non c'è parapetto quando si scrive, specie nelle curve. Adesso mi sento in piena curva, così come mi sono sentito in curva durante molte fasi di questo lavoro. In momenti difficili di sconforto, ma anche terribilmente vivi e seducenti.
Sono convinto di attendere ancora del tempo, per riavvicinarmi, da lettore, al romanzo "Il disabitato". Preferisco che adesso, con i calzini non troppo scesi e le scarpe appena allacciate, faccia la sua strada, i suoi incontri, le sue cadute. È giusto che prenda in mano la sua vita senza di me, così come è giusto che io riprenda in mano la mia senza di lui. Ogni punto a un'ultima pagina, è una porta a soffietto che si chiude.
Col tempo ritornerò ad aprirla. Anche per soppesare e valutare a nuove distanze, quanto sia stato coraggioso o codardo. Quanto avaro e quanto generoso. Tutto quello che avverto adesso, del mio movente rispetto alla storia, è avvolto in una nebbia molto fitta, ma dove palpitano ancora delle luci e delle figure, che hanno il desiderio di mutarsi e di riflettersi in altri luoghi, al di là di me. È forse questo il senso profondo della comunicazione attraverso un tipo di linguaggio. Perdere la strada e poi ritrovarla. A volte è l'unica tensione che mi lascia vivo, nel mio fare e nel mio sfare parole.
È tutto.
5 commenti:
In bocca al lupo Luigi :) .
Crepi,
e grazie della visita e dell'attenzione.
l.s.
In bocca al lupo!Lo leggerò sicuramente.
Ma non esiste la versione in ePub? il PDF è molto scomodo da leggere su ereader...
Ciao e grazie del tuo interessamento.
Puoi convertire il pdf a questo link:http://www.epub2go.com/Web/default.aspx
È gratuito.
Saluti.
Luigi
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