Cercavo da un po' di tempo il testo del meraviglioso episodio di Guy De Maupassant, dal titolo La Maison Tellier, espresso in modo incantevole da Max Ophüls nel film Il piacere, basato su tre racconti dello scrittore francese. La Maison Tellier interessa il secondo episodio del film, ed è quello che mi ha toccato di più. Credo che sia davvero raro trovare una trasposizione cinematografica tanto intensa, leggera, ma allo stesso tempo così profonda e ispirata. Un ritorno profondo a sensazioni dell'infanzia. Una musicalità del gesto di ripresa, un silenzio intimo. La finestra che si apre nella notte, per esempio, è uno di quei momenti indimenticabili di silenzio e di splendore, che non sono così frequenti sia nel cinema che nella letteratura. La versione del film in mio possesso è nella versione originale, quindi in francese, e con i sottotitoli in italiano. Ricordo ogni piccolo istante di quella pellicola, e per ogni istante si riproducono ancora emozioni nuove e diverse, a distanza. Folgorato mi metto alla ricerca del testo, ma senza sapere di esserne già in possesso. Collezione Bur: volumi grigi e molto piccoli, da leggere con fatica ma altrettanto utili per fermare il tempo e favorire una certa perdita – l'odore dei libri appena estratti dagli scaffali, rappresenta una prima tappa di una certa perdita. Credo che i più accaniti lettori potranno capirmi quando parlo di sensazioni olfattive anche sugli involucri, e non soltanto sui contenuti di un testo. Da questi scaffali, giusto ieri, ritrovo il libro di Maupassant con il titolo del racconto in oggetto, in una Prima edizione del 1950 insieme a una bellissima edizione integrale della Gerusalemme del Tasso – ero in possesso di una Gerusalemme dell'Einaudi, molto articolata nel compendio critico al testo; di sicuro da confrontare. E infine il Don Chisciotte di Cervantes. In quattro volumi quasi intonsi, e da accecarsi per la grandezza dei caratteri. Accecarsi per un libro è forse l'inizio di una nuova vista? O vita? Potrebbe essere una forma sottile di doloroso piacere, anche quella.
Vaneggio.
Adesso un solo filo di incipit, prima di andare...
Si andava lì tutte le sere, verso le undici, semplicemente come si va al caffè.
Guy De Maupassant
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