Ho divorato questa pièce di Mario Vargas Llosa, Domenica pomeriggio, come una porzione di crostata dopo giorni di digiuno. Un equilibrio sapiente della forma. Una purezza e una chiarezza magistrale di linguaggio, che mi hanno lasciato incantato, per semplicità, grande rigore e raffinatezza stilistica. Quanto i retroscena di cui parla lo scrittore, in relazione agli inattesi trascorsi creativi del suo lavoro in oggetto, nella sua pregevole introduzione.
Ecco un piccolo assaggio e passaggio:
La prima stesura della pièce mi prese appena un paio di settimane. Era una storia succinta, verosimile, in cui i fatti drammatici venivano alleggeriti da momenti umoristici e comici. Come mi capita con le prime versioni di tutto ciò che scrivo, il testo mi lasciò addosso una sensazione di fallimento, l'idea di aver sfruttato male un materiale ricco di possibilità teatrali. Quando ho cominciato a correggerlo non sospettavo che avrei continuato a rifarlo per i cinque o sei anni seguenti e che Appuntamento a Londra sarebbe stata, con il racconto "I cuccioli", che scrissi negli anni Settanta, la storia di cui avrei fatto più versioni prima di arrivare a quella che mi sarebbe sembrata accettabile.
Mario Vargas Llosa.
Mario Vargas Llosa.
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