Un buono scrittore, uno che si rispetti, deve inchiodare le proprie parole nel cuore di chi lo leggerà. Almeno le più importanti, o una parte di quelle più importanti, vanno incastonate. Altrimenti non esistono. Non credo che uno scrittore abbia altro scopo. Se ne dicono ormai di tutti colori, ma se le parole non vanno fino in fondo, come chiodi, è come non averle mai scritte. Di qui non se ne esce. E per farlo, un buono scrittore, non potrà mai accontentarsi. Dovrà avere una strumentazione di bordo adeguata, un certo coraggio, un certo polso naturale delle cose. Una certa mira e anche una certa diabolica precisione. Tutto questo richiede un certo immenso lavoro:
credo, e concludo, che a volte per scrivere bene, serva la penna di un martello da carpentiere, anche se tenuto con la stessa leggerezza delle mani di una ricamatrice.
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