venerdì 7 dicembre 2012

L'azzurro della notte, nella lettura di Marco Freccero


"È una prova elegante, impegnativa. Se la scrittura è anche dono (al lettore inconsapevole, che spesso resta in questa condizione a lungo, forse per sempre), la tua opera risponde alla perfezione a questo criterio. Ed è giusto che sia impegnativa, perché la parola quello è. Però immagino che ci siano alcuni autori che si accollano il rischio di espandere al massimo livello la loro energia, per costruire un edificio brillante e alto. 
Tu probabilmente sei uno di questi (pochi) autori che osano tanto, e non lo fai perché sei presuntuoso. Ma perché hai compreso che cosa sia la parola. Hai corso il rischio ma a parer mio hai vinto la battaglia. Il bello è che sembra una "piccola" storia, quasi raccapricciante con questo Dottor Corsi e le sue punte. Con la tragedia finale che si presenta e chiude un paesaggio di case accese di giallo oro. Senza anime. 

Ci sono opere che hanno la capacità di donare la vertigine. Questa è una di quelle. Ci vuole coraggio per perseguire questo tipo di narrativa, e sarebbe bene che più editori fossero in grado di cogliere la sfida. Non accade. È una scrittura robusta, con personaggi che sembrano lievi, ma che proprio grazie alla parola emergono e riescono a incidersi nella memoria. Quel ghetto, Plamf, e i pattini di Simonetta, che fine faranno? Riuscire a sollevare lo sguardo dallo scritto e porsi queste domande, avere quasi l'urgenza di sapere cosa ne è di questi personaggi, ora, è magia che riesce a pochi".

Marco Freccero

Foto e copertina Alessandro Mitola
Direzione artistica della copertina Federico Scudeler

1 commenti:

luigi ha detto...

Un grazie sentito a Marco Freccero,
per la dedizione e la raffinata lettura del romanzo.
l.s.