venerdì 14 dicembre 2012

In un Autunno a Parigi:

Un episodio così strano, di un po' di tempo fa.
Parigi. Autunno, primo pomeriggio.
Sono in un locale con diversi amici. Il locale ha un certo tono,  è arredato con un gusto, ma un tantino retrò, mi pare di ricordare dei lunghi specchi, delle panche.
Una nonna con una nipote, che erano sedute a uno dei tavoli vicini, si alzano e si avvicinano al nostro.
La nonna della ragazzina mi guarda, così sua nipote, e mi fa (in francese):
"Possiamo stare un po'qui, per favore? Mia nipote dice di conoscere il suo viso, di averlo già visto".
Io non capisco, fisso la nipote che mi guarda con un viso incantevole e velato da una tristezza infinita, come se appena riemerso da un sogno. La signora nonna insiste, dicendo che la nipote le stava dando la morte, ma che doveva venire al nostro tavolo per il mio viso, scusandosi per il disturbo e poi guardandola che mi guardava ancora. 
Rimaniamo spiazzati, credo che stavamo consumando dei caffè, la ragazzina francese, che aveva preso posto con la nonna, aveva il viso fisso nei miei occhi, con uno strano impalpabile dolore lacerante di distanza, stupore, lontananza, uno sguardo così simile alla luce parigina di quel momento, e a quanto fossero sole e indifese lei e la nonna, la quale cercava di capire una ragione di quell'incantamento.
Ero molto impacciato.
Quando siamo andati via, ricordo che scendeva un filo di pioggia così sottile, da non sentirsi e vedersi. Ho pensato a quello sguardo, a che cosa rappresentavo in quel momento per evocare una sensazione così confusa di sogno, di straniamento, di intensità o di lieve agonia, in un altro essere umano mai visto prima.
Quella ragazzina così delicata e misteriosa aveva il mio sguardo. Il mio sguardo di scrittura sulla mia vita, come guardando qualcosa che hai appena sognato, quando la rivedi da sveglio, e non sai mai più dove sei.

Ogni tanto penso a quella nonna e a quella nipote. Dove saranno, dove sarà finito quel momento di quel pomeriggio di solitudine, e dove sarà finito quel mio viso che un po' le aveva confuse?
"Possiamo stare un po' qui, per favore?".
Quella voce della donna anziana e il silenzio della piccola nipote, ancora mi commuovono.
Mi commuovono profondamente, ancora dopo anni.
A Parigi...

4 commenti:

rosaturca ha detto...

Meraviglioso. Lo scritto e il momento. Sarebbe da dirtelo senza parlare, per non turbare quell'universo commosso che sei riucito a creare, da te stesso in dono al mondo. Ma quel silenzio ancora non si può scrivere.
Grazie, immensamente.

rosaturca

luigi ha detto...

Ho cercato di scriverlo senza parole.
È una cosa vera.
ciao, rosaturca
l.s.

rosaturca ha detto...

Infatti, scritto così, come appena detto e tuttavia completo, sufficiente arriva più che per una trasmissione di significati come una comunione di sensi. Veramente bello, fino alle lacrime. Avevo colto, sì, che si trattava di un episodio realmente accaduto.....anche se poi lo sguardo della ragazzina su di te farebbe impallidire schiere di sogni. Veramente fortunato di aver vissuto l'evento.
Buona giornata.

rosaturca

luigi ha detto...

Buona giornata anche a te,
l.s.