lunedì 7 marzo 2011

Scrivendo e colando

Scrivendo, dunque, dove eravamo? Insomma: scrivendo giusto per colare a picco. È l'unica risposta che mi sento di dare a chi dovesse chiedermi, o interpellare l'atto segreto o misfatto scrivente. Colando a picco. Senza nessun altro romantico o accessorio orpello. Senza ornare la mia immersione di squali bianchi o residui di antichi velieri. Il semplice catapultarmi dentro un tubo viscoso di schiuma, e non vedere altro che una colonna di acqua scura. Nessuna dottrina, ma solo uno scrosciare calmo di latrina.
Ancora: è il mio unico metodo, forse questo. Di scrivere colando. Ma soprattutto leggere. Leggere per imparare a tacere e a gustare, senza il vizio di sentenziare. Ormai diffuso e trasfuso nel sangue dei moltissimi appassionanti e appassionati, con la febbre della penna, che sento simile al mio vecchio mal della piuma, per il demone ornitologico forzatamente trascorso.
Programmi del pomeriggio sul prestino di scrittura?
Leggere:
1) Il gatto lupesco, di Edoardo Sanguineti.
2) Erica Jong su H. Miller. Il diavolo fra noi (appena giunto).
3) Ultimo racconto dal bel volume Einaudi di Vargas Llosa: I cuccioli e i capi.
Tutto qui.

0 commenti: