martedì 22 marzo 2011

L'arte del silenzio

L'incoraggiamento o il giusto sprone, dovrebbe avere la decenza di riservarsi a persone che siano quanto meno ferrate nel settore dove interagiscono e non a quelli che quella strada non la batteranno mai e poi mai. Un pessimo motociclista, che non si regge in piedi, non può essere incoraggiato, così come non si può osannare come un genio un musicista stonato che va fuori tempo. Molte persone hanno sbagliato strada. È una cosa possibile, credo che sia una cosa normale nelle fasi di una ricerca. Ora: molte di queste persone non si accorgono subito di aver sbagliato strada, di solito per un paio di motivi fondamentali: il primo è perché fingono di non accorgersene, e sono così presi dalla gara e dal fascino della situazione, da voler ignorare o quanto meno mascherare la deficienza o eventuale incapacità del settore scelto. Questi signori faranno di tutto per confondersi nella mischia con i più bravi e capaci, o con quelli che la strada l'hanno trovata e non spintonano e non fingono, ma la perseguono, nel migliore dei modi possibili, qualche volta anche dei modi impossibili. Un secondo caso, pur molto diffuso relativo al non accorgersi per tempo della umana e possibile svista, è il fatto che ci sia qualcuno, che per qualche misterioso motivo, cerca di dimostrarti il contrario, molto spesso a scapito di quelli che la strada l'hanno imbroccata. Questi signori non sanno benissimo che la strada imbroccata non è quella giusta, e allora cercano in tutti i modi di incoraggiare l'interessato a perseguirla, cercando di incensarlo, minimizzando i suoi difetti e le sue problematiche, e amplificando al massimo i piccoli, tremanti barlumi di buono, che possono intravedersi in qualsiasi percorso sbagliato, dove, a dirla in soldoni, non esiste una reale attitudine di fondo e nemmeno la possibilità di svilupparla. I poveri malcapitati, a questo punto, sono portati a credere a quelle parole, soprattutto perché pronunciate senza secondi fini e con una certa naturalezza romantica – su questo devo dare atto. Gli stessi incoraggianti, allo stesso modo e per motivi ancora inscrutabili, usano il sistema opposto quando incontrano qualcuno che la strada l'abbia imbroccata per bene e alla grande, soprattutto se il soggetto in questione sia uno molto in gamba e predisposto. Questi ultimi, saranno così le vittime preferite, i primi a essere ridimensionati a dovere e a piacere, pur essendo così evidente il loro talento e la loro predisposizione, cercando di interpretare come difetti i pregi più lampanti, e  di invertire le prospettive e i parametri di osservazione, mettendo in luce il piccolo possibile particolare di squilibrio, come prototipo di inadeguatezza e prova del nove dell'incapacità più marcata - a volte solo perché non rientra in uno specifico mood. Si leggono e si interpretano le realtà, soprattutto quelle creative, dispensando alla persona molto capace, un trattamento sprezzante, quasi a volerla punire di quel flusso naturale che la porta a incamminarsi lungo una propria strada, che tra l'altro è quella imbroccata e dispensando una serie sterminata di consigli, di decaloghi, su come dovrebbe essere la sua strada, con quale tipo di asfalto, di inclinazione, di paesaggio. Tutto allora diventa relativo. Si cominciano a confondere le acque, tutti possono fare tutto, ma per una strana visione democratica, i più portati o talentuosi sono incoraggiati a fare altro perché sono mancini o vestono male. La cosa più allarmante è che in molti casi l'atteggiamento nasce da una spaventosa buona fede. Non c'è malizia, non ci sono interessi, non c'è viltà. C'è solo mancanza di attenzione e di distinzione del buono dal cattivo. Ancora più grave di una cazzimmata, perdonatemi! Tutto qui. È una colpa davvero così grave? Questo non lo so. A volte le colpe gravi sono derivate da azioni violente, che vogliono destabilizzare e arrecare squilibrio per un proprio personale vantaggio. L'unica cosa che mi sento di dire, è che quando non sono ferratissimo su di un qualsiasi argomento e soprattutto quando non so quanto possa essere condizionante un mio giudizio se troppo affrettato o troppo azzardato, mi dedico all'arte del silenzio. Credo la più perfetta ed educativa, quanto la più sublime tra quelle più antiche.

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