lunedì 27 giugno 2011

La ricerca inutile (...) (Bozza di monologo: Il cattivo tempo)

Vi è una necessità tragica e velenosa di attenzione. Una ricerca inutile per chi tenta di scrivere e cerca di bagnare tegole in agosto e mutandine celesti sotto volte stellate, solo con le proprie parole... 
Palpita e si insinua in un agguato costante, irresistibile urgenza e necessità. Non si può e non si riesce a riunciare a questo strano cibo nutrito dal magnetismo di altri occhi e di altre orecchie, che dovrebbero, per uno strano copione, interessarsi a quello che avviene intorno alla mia vita di scrittura e secrezione, al mio fobico suono nudo e dissonante mucosa di cluster. Una carezza con una mano sporca, quando apro la posta, quando non sono collegato e immagino che si insinui una rete intorno alla mia assenza di razza, sospesa fino al mio ritorno. Molto velenoso e viscoso. Un odore di alghe marce e di gusci di mitili. Nella bozza di un mio ultimo scritto, forse in forma romanzo, sto esprimendo la possibilità del caos. Un affresco puro e incontaminato di disordine e di latrine intasate con ciocche di capelli e disegni di baci. Di donne in vestaglia, con i capelli sporchi e le mammelle pendenti, dove succhiano nidacei di gracule religiose e piccoli esserini mammiferi senza naso. Non credo che vi sia impresa più ardita per mostrare quello che avverto e che si alterna. Nessun manuale di scrittura al mondo ha mai affrontato il balsamo per questo morbo caotico che a volte sogna l'indispensabilità di quello che si crede e che si crea,  innevato di merda umana e di materie prime, dove si avvinghia l'antitesi dell'espressione e dell'espressività, come surrogato indispensabile per poterla espletare o eruttare, come nella grotta di un brutto sogno, dove cercare la spia di un'eco, contro il sibilo di un pipistrello ubriaco o la scoreggia marcia di un orco cieco e addormentato, che si gratta la barba con un cuscino caldo.
Sarà o Sarò:
Cieco?

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