Ho riletto più volte, non ricordo quante, questo magnifico e affilato inserto, che Erica Jong ha inserito in apertura del settimo capitolo del suo Fear of Flying. Ogni capitolo del suo romanzo ha un breve inserto. Questo, da ieri pomeriggio, l'ho letto e l'ho riletto, e poi l'ho ripreso ancora, cercando di svelarvi un arcano, per accorgermi di cogliervi dentro sempre qualcosa di diverso. Sulla memoria, sulla forma del ricordo, o l'individualità di un certo artificio o struttura, un apparato complesso e molto intimo con cui ingegneremmo le nostre esperienze per riuscere a comunicarle; più o meno un qualcosa del genere o ancora molto, molto di più. Non del tutto chiarissima ma illuminante, come questione.
L'accattivante epigrafe utilizzata dalla Jong per il suo settimo capitolo La tosse nervosa, è di Jerzy Kosinski, autore del terribile e magistrale L'uccello dipinto.
Ecco di seguito il reperto in questione, che mi ha avvinghiato ancora di più alla scrittura di Kosinski e anche a quella della Jong:
Tutto quello che ricordiamo non ha più la durezza e la chiarezza dei fatti. Per farci coraggio creiamo delle finzioni, inventiamo scenari individuali e molto ingegnosi che danno forma e chiarezza alle nostre esperienze. L'avvenimento che ricordiamo diventa una finzione, una struttura costruita per conciliare certi sentimenti. Tutto questo mi è molto chiaro. Se non fosse per queste strutture l'arte sarebbe una cosa troppo personale e l'artista stesso non riuscirebbe a crearla: il pubblico non potrebbe mai capirla. Perfino il cinema, la più letteraria di tutte le arti, viene realizzato da molte persone.
Jerzy Kosinski
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