venerdì 29 aprile 2011

Notturno

Pensando, a quest'ora: che ciascuna cosa scritta  venga costruita per essere espressa e quindi condivisa, per rimanere, se resiste, sempre in un fuso fioco di risonanza, quando sarà finita.  Ogni moto o processo pensante si dissolverà così in una certa cortina. È lì che si misura l'effetto e quindi l'eventualità di un suo valore. Credo che il senso di ogni spasmo, di ogni processo di arte, risieda nell'effetto duraturo della sua dissolvenza o resistenza nello sciogliersi quando ormai è già passato. Nella sua natura nebbiosa, nella possibilità di riapparire con la stessa eleganza, e senza un preavviso.
L'idea di un treno. Un treno silenzioso della sera, con i finestrini accesi e luccicanti di giallo, senza visi vivi ma con la profonda nostalgia di salirvi sopra, quando passa, o di fermarlo con un solo gesto spezzato, per farsi salutare da un braccio o soltanto dal suo fischio azzurrino che si ferma in gola. Da quanto rimanga invischiato tutto questo nella memoria di chi guarda e non sale perché lo crede un merci spento. Da quanto spazio prenda e conquisti rispetto ad altro, e se si lasci desiderare come un fatto avvenuto e vissuto in prima persona, e non soltanto letto, si potrà forse misurare quello che si è letto o che si è scritto.
Il resto non avrebbe poi un gran senso. O forse, per molti sì...Ma fa lo stesso;

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