Esiste una poesia di Federico García Lorca, che che credo riassuma nel suo attacco il senso più autentico e profondo dell'approccio alla scrittura, da qualsiasi punto la si osservi e la si viva.
Credo che costituisca la base primaria. La terra dello scrittore e anche il suo tratto migliore di cielo. Penso che questo attacco così semplice quanto ispirato, incarni l'unico possibile metro e faro sul quale misurare a fine giornata la qualità del sudore, il bruciore degli occhi o le fitte alla schiena di chi scrive. Il movente primario del suo delitto. Qualcosa che pare andare controvento rispetto alle questioni troppo tecniche, al desiderio ostinato di maturare il proprio linguaggio solo per prendere qualcosa. In questo caso ogni processo di maturazione e di affinamento, è legato come ultimo fine a un atto di donazione estenuante, senza altri limiti e fini che non abbiano a che vedere con questo svuotamento o dissanguamento naturale e totale.
Ecco allora il primo attacco, dalla poesia Su un libro di versi, riproposto in italiano e subito dopo nell'originale.
Credo che non ci sia altro da aggiungere, né da complicare o da rendere troppo problematico. Mi dispiace per gli amanti della perfezione e dell'agonismo di scrittura.
Lascerei in questo libro
l'intera mia anima.
Dejaría en el libro
este toda mia alma.
Federico García Lorca
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