sabato 2 gennaio 2010

XI da "Le Conclusioni Amorose del Tasso

"Ciascuna natura che opera, o sia conoscente o priva di cognizione, operar sempre per amore, e nissuna mai per odio".
Torquato Tasso.
Tasso si sbizzarrisce a spaziare e poi a zoomare, su particolari universali, che saltano i tempi e recuperare nei suoi ultimi pensieri le antiche riflessioni filosofiche, che spaziano  da Platone e Plotino a Dionigi L'Aeropagita, mantendendo intatta la modernità e la fiamma del suo nodo di canto, ancora più inquietante la XII: "L'odio non esser contrario d'amore, ma seguace d'amore", che stavolta si rifarebbe alla Conclusione discussa nel  Cataneo. Ha sempre scritto in punta di spada, il Tasso, a volte se ne avverte il sibilo, finanche nelle schiuse più dolci dei canti della Gerusalemme, come una schiarente  quanto onesta maestà di fuoco, da indiscusso maestro di magici impeti e di luci boschive.
l.s.

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