mercoledì 13 gennaio 2010

Case e scrittura

A volte immagino e non so da dove diavolo saltino fuori certe situazioni, e allora tento di interpretarmele o di velarle e tradirle alla radice guasta del loro paradosso: a proposito di scrittura e di lettori, che sono il bersaglio o l'origine di un impulso, di un istinto di scrittura - o forse sarebbe meglio dire potrebbero esserlo, e anche riguardo alla direzione di un'origine o al bersaglio dipende molto dai punti di vista - immagino che chiunque scriva abbia il maledetto compito, per incontrare un lettore, di portarselo nella sua casa, o in un qualsiasi ambiente chiuso che in qualche modo lo rappresenti, che  abbia quell'inclinazione, quella disposizione interna degli oggetti, quei particolari giochi di luci e riflessi, quelli che in altri luoghi con quelle caratteristiche precise non esistono e a cui dare quella certa inclinazione di sguardo e di ascolto.
Fin qui potrebbe anche andare; l'unico piccolo problema è che lo scrittore dovrebbe riuscire a farlo entrare dentro senza le chiavi...
Che non ha.
l.s.

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