giovedì 24 gennaio 2013

La bellezza di chi ha sonno...

Un assonnato non potrà mai farmi del male, nemmeno qualcuno che mi sbadiglia mentre passo. Di solito chi è preso da uno sbadiglio e mi passa avanti quando sono da solo, mi inspira sicurezza, mi infonde il coraggio della sua stanchezza o anche un filo di comprensione in più.
Osservare gli altri non per la loro abilità, ma per il loro varco di cielo dalle sbarre dei loro cancelli di sonno. Si guardano le persone in dimensioni superficiali e riduttive: bello o brutto. alto o basso, simpatico o antipatico, muscolo, gobba, doppio mento, strabismo, capelli, ma non c'è niente che poi rimanga e perduri. Tutto se ne va e ancora se ne andrà, nel fumo come nella nebbia fitta di un antico maniero danese.
Una persona che ha molto sonno in alcuni frangenti si dipinge da sola di una sua luce e si racconta e mi dice di sé. Come un albero, un tramonto che allaga un giardino. La stanchezza che mi dice anche del suo tempo andato, di quello che avrà fatto quando lui era sveglio e che cosa l'avrà mai ridotto così. Di quanto varrà quella sua stanchezza in più o in meno della mia e chi mai la ricorderà e la celebrerà, e quanto si perderà di bello per il suo esser stanco e lontanissimo dal luogo dove invece adesso vorrebbe stare e dormire ancora, quel luogo in cui è ancora amato, desiderato e ricordato da sveglio e protetto anche da addormentato.  Concedere del sonno a qualcuno, vegliarlo o proteggerlo, come se fosse morto, è un gesto di speranza e un dono di rara bellezza. Uno dei gesti più belli e commoventi che ancora contano e che mi parlano. Regalare del sonno a qualcuno è come dargli del sangue, del latte caldo, della vita.
Il viso di chi è molto stanco è innamorante e anche stregante, come chi ti parla al telefono col mal di gola e non sai ancora chi è e nemmeno se è ancora vivo. 
Le persone del mattino prestissimo sono orfane del loro tempo scaduto, rapinate dal loro non poter restare e intrattenersi ancora: sia la sera prima per poi coricarsi presto, che poi il mattino dopo, un bacio, una carezza sempre in meno degli altri. E incamminarsi nel buio, come ladri d'auto e il caffè caldo nei guantoni di un netturbino che ha avuto giusto ieri una bambina di nome Aurora.
Tu dormi troppo poco, così mio padre, quando mi toccava il viso e io mi rinchiudevo gli occhi in una sua mano: dormo poco poco, perchè...non lo so più il perché. Non c'è mai un vero perché.
Starò diventando anche io come uno dei tanti stanchi, prigioniero di quella stanchezza misteriosa e ringhiosa, lontana. E quanto sonno si potrà svelare tra le mie parole, quanto torpore e abbandono a questa redine che sega i palmi e viene tirata da cento spettri di cavalli?
Ancora cinque minuti, per favore, che cosa posso scrivere ancora prima di stancarmi a scrivere questo strano incantamento che mi costringe a restare e a completare la mia ronda con i cani sciolti che mi puntano gli stinchi e i calcagni e mi trattengono ancora. Ancora un minuto, un minuto, un minuto e l' infinito di uno stancarmi e addormentarmi per sognare forse di non scrivere mai più. Di ritornare libero come non sono mai stato senza più la necessità di un parlato, di uno scritto, di un ricordato.
Poi quando alla fine spengo, un po' ho sempre perso qualcosa. Qualcosa che non conosco ma che potrà essermi sfuggito, da sveglio,  da dover dire ancora. Prima di dormire.

2 commenti:

Eletta Senso ha detto...

Abbandonarsi al sonno assomiglia all'abbandono nella piccola morte dell'orgasmo. Accettare di lasciarsi andare, sciogliersi nel vuoto... Scivolare nella vacuità nell'indifferenziato. Per chi ama tanto il sonno e il sogno come me, è penetrare in un altro mondo. Diverso, misterioso, fantastico. Appagante- a volte- più del mondo diurno.
Davvero: proteggere il sonno di qualcuno è custodire il suo corpo mentre è in viaggio, altrove.
Un tema ricco di fascino, questo che hai postato.

luigi ha detto...

La petite mort, l'orgasmo così bene indovinato dai francesi.
In effetti il sonno è anche uno stato dell'essere. In alcuni casi un rifugio, un modo di esprimersi e di comunicare con il mondo da un lato più boschivo e sognante, ma non necessariamente assente o solo assonnato. Una sortadi...mood:
Credo.
grazie della visita
lugi