mercoledì 10 agosto 2011

Luci d'alba da un millesimo post

Millesimo post. Strano compleanno fatto di niente, dileguato.
Sarebbe originale e forse anche giusto, lasciare bianco e intonso il riquadro di questa mattina, in onore alla perfezione della vita, sulle parole mute e possibili che possono tentare di incamerarla o tentarla in una certa scardinata costruzione e costrizione estetica.
Così trovo una via di mezzo, e racconto solo di un brevissimo tratto che ho passato e trascorso quest' oggi, di buon mattino, di questo buonissimo e delicato mattino, in un viale privato, di passaggio perché abitudinario di un certo sonnolente jogging, e di quella lampada ancora avvolta del buio fiacco dell'alba, lucina ritardataria della notte, che rimava il suo riflesso sul bianco ghiaccio e rupestre di una facciata nobile e corsicana di una villa tutta bianca, che orna da sempre la mia scorciatoia. Quell'attimo di luce, così sofisticato ma a tratti quasi inesistente, rappresenta il seme di quella continua tensione, di quell'invisibilità che la molestia dello scrivere o del tentarlo avanza, in modo sconcio e sguaiato verso la mia possibile pace, il candore dei miei passi silenti di gomma sulla strada. E subire il conflitto di questo deposito di particolari e di convenzioni, il pensare il tutto che mi accade e che non mi accade, scrivibile e descrivibile, cercando di capire quanto tutto questo mi avvicina o mi allontana dalla mia vita. Quale istante sfiatato o raro, sarà così prezioso da essere condiviso e trasferito o murato a mano, e avrà mai la stessa resistenza, grana e modernità del fatto reale, crudo, lucido che mi è appena capitato e che nessuno al mondo avrà intercettato, almeno in quel preciso frangente. Se quella luce che ho visto ancora resistere alle ultime pennellate di alba sulle ville borghesi in discesa, avrà poi mantenuto nell'effetto ombrato della memoria, il viola bosco del prato inglese nascosto dal cancello elettrico, o il sorriso della contadina di fronte che dorme e che non si è mai vista viva a quell'ora, ma che rimane presente e investigata nell'odore di un fuoco acceso. Tutto questo è assolutamente irreale, e potrebbe non essere mai esistito se quella lucina fosse rimasta spenta, o mozzata in automatico anticipo, o ancora: se questo mattino non fossi passato di lì:

Lungo la discesa di un viale privato
la luce smorta sulla costa di muro
imbarbarisce il mio passo dolce di gomma
nella panna calma e violetta del prato.
L'odore maschio di prunalbo maturo.

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