martedì 30 agosto 2011

Da Alain a Faulkner:

Due brevi note, questa mattina, ma anche possibilità intense di riflessione e confronti.
La prima è una citazione di Alain, a sua volta citata da Gatto in un suo bellissimo scritto di accompagnamento ai suoi testi. La citazione è questa: "Qualunque cosa possiamo dire e qualunque possiamo imparare dai nostri discorsi, non potremo mai esserne del tutto infelici".
Credo che sia vero. Ne sarà valsa la pena. In ogni caso. Alcuni spunti hanno l'effetto di un fanale bianco che sbocca da una siepe. Hanno questa possibilità di rischiarare e di ricompattare una condizione. Le buone parole hanno questa possibilità, di attraversare certi confini e di fare luce al proprio interno. Sia da lette che da scritte.
La seconda nota riguarda un passo altissimo di Faulkner, che sentivo di riportare perché include una serie di caratteristiche preziose, da osservare con calma e in cui sprofondare. Asciuttezza, dinamicità, naturalezza, una compostezza e una chiarezza massime e spaventosamente efficaci. Poetico e semplice, quanto perfetto. Un occhio: "Tondo e vivo":
Eccolo:
" Un passero tagliò il sole di sbieco, si posò sul davanzale e alzò la testa verso di me. L'occhio era tondo e vivo. Prima mi guardava con un occhio, poi flic! ed era l'altro, mentre la gola gli palpitava più in fretta di qualunque pulsazione. L'orologio cominciò a battere l'ora. Il passero smise di cambiare occhio e mi studiò fermamente con lo stesso fino a quando cessarono i rintocchi, come se stesse ascoltando anche lui. Poi volo via dal davanzale e sparì".
William Faulkner da "L'urlo e il furore".

0 commenti: