domenica 1 gennaio 2012

Step 5(La petite mort):

Step 5: ci avviciniamo al contenuto della telefonata, possibile cuore o svincolo della narrazione. Ma sarà propio così? E anche durante la costruzione dei vari passaggi, mi chiedevo davvero se fosse il contenuto di quella telefonata a farla da padrone, da scambio di binario per far avanzare il racconto. In questo caso rimango felicemente dubbioso, e uso l'avverbio perché quando una storia rimane in qualche modo nel bilico e ancora aperta e non del tutto svelata, mi sembra ancora fresca, quanto meno ancora percorribile con un altro tipo di visione, che è quella che il lettore scoprirà attraverso il suo filtro personale. La telefonata, dunque: ma dov'è questa telefonata? Dove si trova questa voce, che cosa dice di così reale da rappresentare un nucleo o una curva di scambio così essenziale per "La petite mort", e così più forte della sua attesa? In effetti questa ventata di voce misteriosa al telefono, esiste solo come riflesso di un suo passato e di un altro racconto, parallelo e incubato, in quello che sta ancora scorrendo e non ancora successo e passato. Un processo di traslazione. Anche l'utilizzo della fase più indiretta, lascia lo spazio al movente della chiamata, più che al suo mero contenuto. Il lettore che legge è sempre un po' in attesa. In attesa di qualcosa che ancora non sa, ma che preme come condizione imprescindibile perché il suo cammino attraversi le locande accese dello stupore, della sorpresa, dell'emozione, del colpo di scena, ma che siano imprevisti e improvvisi e non troppo annunciati o prevedibili. Ciascuno attende la sua sorpresa o i suoi possibili fattori di spettacolo, che lo portino a determinare interesse per quello che è stato scritto. Diversi scrittori congegnano fin dagli albori dellla storia, i punti focali in cui catturare il lettore meglio degli altri, il posizionamento della trappola, attraverso queste leve, che possono spaziare tra mille e che sono spesso correlate anche al ritmo inferto e prescelto nella condotta dell'azione. Ma non sempre è così. Come nella vita, non sempre lo spettacolo di una vita è dato da elementi spettacolari, e non sempre una vita grigia e spenta non abbia vissuto anche lei il suo filo luccicante di spettacolo. L'attesa del lettore dopo lo squillo, fa parte della stessa scorsa di possibilità che la stessa voce narrante incontra e quindi anticipa nel suo tempo esploso, parlando del possibile malore, della minaccia di morte etc. Ma nessuna di quelle possibili ipotesi, sarà poi quella universale o veritiera;e nemmeno è stata congengata per colpire o per attrarre, perché il suo ruolo è quello di spostarsi sull'altra narrazione, quella che non c'è o che ancora non si vede e non si sente, ma che è quella dove si annida e si snoda il senso della storia. In questo caso si evince la gradazione dei piani di narrazione, non solo nel blocco temporale, ma anche nel blocco strutturale (un'altra storia evocata dalla voce che chiama e che si fa, indirettamente, voce narrante o veicolo per un atto di memoria che narri di un altro tempo e non solo in un altro tempo). Una storia che si nutre di più dimensioni, in una modalità spiralica, l'unica che ho ritenuto efficace per non cadere nella banalità — rischio pur sempre presente, anche quando una storia è congegnata e rodata nei suoi minimi dettagli.
Link racconto "La petite mort".

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