martedì 15 febbraio 2011

Se io scrivo: "La casa brucia".

Se io scrivo: "La casa brucia", non avrò mai alcun tipo di problema, con nessun tipo di persona e di giudizio. Metterò d'accordo tutti, di tutte le classi, di tutti i gusti, di tutte le età. "Ecco, tu sì che sei un vero scrittore purosangue. Uno scrittore preciso, chiaro, semplice, immediato. Chiunque capirà da questa scatola perfetta quello che accade. Non sarai frainteso. Bravo davvero!".
Lo stesso se io scrivo: "La casa brucia nel fuoco". Ancora un esempio di chiarezza e di comunicativa. Due volte bravo, allora. "Hai detto l'essenziale, quello che serve senza allungare il brodo ma nemmeno eliminando la fiamma dell'origine. Prendete esempio, voialtri, lì dietro e state ben attenti, senza distrarvi!".
Ma le cose cambiano e diventano molto diverse, se io scrivo: "La casa brucia del tuo fuoco". Adesso molti cominciano a ravvedersi, a guardarmi in cagnesco. Forse si erano sbagliati. Adesso sì che sorgono i problemi. Non metterò d'accordo proprio più nessuno, nessuno riuscirà più a seguirmi. Chiunque rimarrà fuori dalla scatola imperfetta e scaduta dove dico quello che accade. Sarò assolutamente frainteso. "Il fuoco non è  di nessuno. Il fuoco non è mio, non è tuo non è suo. Il fuoco è solo del fuoco. Che cosa vuoi dire, allora?". Fermandosi a quello che ho scritto e senza più andare avanti, o proseguendo con l'idea fissa che il fuoco non sia di nessuno e che quindi qualsiasi cosa che scriverò sarà un'assurdità preconfezionata per dare scandalo e disturbare.
Lo stesso, o forse peggio, se io scrivo: "La casa brucia del tuo vuoto". Adesso cominceranno le prediche. Le prediche sul lettore che va accudito e mai sfidato, sul fatto che è tutto troppo esagerato, convulso e confuso. "Quando mai un vuoto ha bruciato mai qualcosa? Nemmeno un foglio di quaderno elementare! Un vuoto è solo un vuoto. Come potrà bruciare una casa qualcosa che non c'è, e che non riesce nemmeno a intaccare lo spigolo di un quaderno elementare? Lei è allontanato dalla comunità degli eletti, signore. Fin quando non metterà in ordine le sue idee sul vuoto e sul fuoco non dovrà più scrivere una sola dannata riga! È uno scrittore vuoto e quindi senza fiamma, ecco che cos'è. Che scrive sciocchezze perché è a riserva di buone idee. Si allontani, per favore. Potrebbe confonderci".
Ecco come credo che funzionano le cose, in diversi casi.
Eppure, la cosa più divertente, e che molte di queste persone mi hanno convinto ancora di più che nella mia scrittura, il vuoto sia molto più infiammato delle fiamme. Se qualcuno riuscisse a convincermi che le case bruciano solo di incendi pieni e non di possibili altri vuoti, e che i lettori siano davvero così stupidi, credo che mi dedicherei a tutt'altro. Semmai diventerei un ottimo pompiere.
p.s.
Parlando da lettore, ho sempre amato i libri degli scrittori che mi hanno accudito della loro sfida, e non cullato del loro accudimento.

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