giovedì 10 giugno 2010

Cerchi a difesa

Ho ricopiato a mano questa poesia di Rosanna Palmieri. Non solo perché recuperata da un documento in pdf, ma perché volevo posarla e non scagliarla nel post -che adesso, che è sera, sto programmando per domattina presto - e così farla accendere per gradi, così come sarà stata pensata, sentita, vissuta.
La trovo bellissima, e non so il perché. Se scoprissi della bellezza di un testo, ne sarei già stanco. Non credo che sussistano motivi chiari e decisivi su qualcosa che si avverta compiuto in un certo equilibrio armonico, stilistico. Potrebbe esserlo per diversi motivi o forse per nessuno in assoluto. Il più delle volte questo aspetto rimane un mistero, nella poesia ancora di più. Nella poesia si gioca con l'istante, con il bagliore. È un gioco di riflessi veloci, di fotogrammi, di eternità.
Mentre sto scrivendo questo post, è già sera, ho la finestra aperta e sento a una certa distanza qualcuno che sta ancora lavorando con un trapano o con qualcosa di simile e intanto trascrivo questa poesia. Potrei non dire altro, ma in fondo un procedimento poetico è vicino a questo rumore serale, ruvido e misterioso, che sia di un privato, di un disperato hobbista o di qualcuno che si sente solo e lavora ancora, forse perché non ha troppi casini per casa o perché ne ha troppi.
E quando si scrive c'è sempre una finestra aperta che può sentirti, anche se non saprà mai cosa stai facendo di preciso. Ecco perché ho sentito e ho creduto, di dare un piccolo spazio per un lavoro che ho percepito valido e bello, fin dall''inizio. Perché continui a vibrare, in qualche modo, in qualche altra sera. Una come questa, per esempio.
                                                           
                                         Cerchi a difesa

Vedersi è stato un volo
di braccia nelle braccia
che facile è la vita
e quel che si porta dietro
siamo noi a intricarla,
a renderla segreta
montando e rimontando
come a teatro
scenografie sospese
di tragedie pronte
a tramutarsi in farsa,
recitando su assi immaginarie
di palcoscenici ogni sera nuovi
traballanti copioni
e improvvisando coraggiose ascese
per attutire colossali tonfi,
pavidi costruendo,
impercettibili allo sguardo,
cerchi a difesa,
per starci distanti,
arroganti come le cose belle,
dignitosi come le parole
dette dopo i silenzi,
gocce disgiunte, autosufficienti,
impermeabili microcosmi autistici,
egocentrici circuiti, indifferenti.
Rosanna Palmieri.

2 commenti:

Rosanna Palmieri ha detto...

Grazie per la "posa", per aver sentito e creduto.
R.P.

sandra ha detto...

Siete artisti legati da un filo bellissimo...
Sandra