lunedì 8 marzo 2010

Della mia cattiva grafia



Ecco di seguito il testo della prima pagina di questa rivista per grandi e per bambini, del 1973, a cui invai una piccola lettera che mi fu pubblicata. Il testo originale si può anche leggere cliccando sulla stessa immagine della rivista che ho pubblicato sul post.
Notare la scrittura tortuosa, di un bambino di quasi sei anni che usava la penna con il polso girato e che ormai non l'ha mai più corretto...
l.s.
"Questa è la prima lettera giunta ad Ambarabà dopo che era uscito in edicola il n.1, nel mese di aprile. È stata scritta da Luigi Salerno, un bambino che non ha ancora sei anni, che sa scrivere solo così, ma che sa molto bene pensare e giudicare per conto suo...Noi di Ambarabà lo vogliamo ringraziare, perché è stato molto gentile.
Secondo Luigi, Ambarabà è un giornalino "per i bambini e per i grandi". Era proprio quello che noi volevamo fare. Ci sono notizie come quelle che leggono i grandi sui loro giornali, solo che qui sono dette figure, che ai bambini piacciono più delle parole. E poi, se qualcosa sembra un po' difficile, è giusto che un bambino possa chiedere ai grandi le spiegazioni che occorrono. I grandi devono sempre parlare con i bambini...

4 commenti:

Rosanna Palmieri ha detto...

Wow, dà già l'dea della fatica che comporta lo scrivere!
Bello.

Anonimo ha detto...

Bellissimo! Io da vera bimbina brava però scrivevo con una grafia molto più bella...
Ciao! Sandra

luigi ha detto...

Visto che meraviglioso orrore? Ma anche un ricordo molto tenero del mio rapporto con le parole...
Grazie della visita,
Luigi

Sandra ha detto...

Oggi ho chiesto alla mia mamma se mi cerca in cantina il quaderno del primo giorno di scuola delle elementari.
Feci un disegno con una casa e tanti fiori intorno e scrissi sotto: questa è la mia nuova scuola e è bella perchè ci sono i fiori.
Vai, lacrimuccia.
Poi però dopo i complimenti della maestra, divenni immediatamente antipatica a tutta la classe e allora cominciai a fare la sciocchina e a chiacchierare e la maestra mi disse di andare in castigo. Bella storia, no?