venerdì 26 marzo 2010

Claudia Mazzoni e la sua poesia scritta con una matita per gli occhi

Ho sempre pensato che una persona sola valga di più di qualsiasi poeta al mondo, e non è un pensiero logico, non è qualcosa di dimostrabile, ma perché penso che entrare in contatto con una sola persona qualsiasi nella propria vita e in qualsiasi modo, sia una delle cose più straordinarie, anche se il contatto non sia tra i più ortodossi, anche se non la vedi o la conosci per un momento e senza vederla più, anche se veste male e peggio degli altri che conosci meglio e ti diventa indimenticabile soltanto perché ha perso qualcosa o le si è aperto l'ombrello difettoso nella metropolitana e ti ha sorriso perché l'hai guardata in quell'attimo lì a dispetto di chi si è scostato e si è aggiustato l'impermeabile bianco. Non penso di aver mai provato meraviglia più grande nelle cose semplici e non meglio identificabili, ma pregne di una serie di informazioni profonde che non troveranno mai linguaggio adeguato che ne renda giustizia. Ed è in questo clima che mi va di raccontare di Claudia Mazzoni, una persona che fa poesia o che forse ne è imbevuta come un'alcolista e nemmeno lo sa. Credo che le poesie più belle tra quelle che ho letto, siano quelle legate a qualcosa, a qualcosa di vivo, di abitabile e non depositato sulla carta come un referto autoptico in un obitorio, di un qualcosa che parte come una freccia viva dal mistero degli stessi versi. E l'incontro con i versi così limpidi e distesi de "Una fata", l'unico suo testo che ho avuto il piacere e il dolore di leggere, grazie alla grande sensibilità di un'amica che è Sandra Mazzinghi -dico amica e non me ne vergogno, a dispetto di tutte le grandi amicizie di cui si parla oggi e di cui ci si riempie la bocca, io la sento amica, come una dei tempi delle medie, e non so nemmeno il perché e ne parlo così ai miei amici napoletani che ormai la considerano una di loro, come se la conoscessi da una vita- insomma grazie a Sandra incontro questa poesia, così strana ma affascinante nella sua insolita disposizione di organizzare il metro in una dilatazione sempre più ariosa e quasi a mangiarsi la carta e a cercarle un altro respiro ancora, come qualcuno che apre tutta la bocca davanti al mare e vede una pinna di squalo nella sua vita e ancora non le basta, e in questo commento scrivo la sola cosa che riesco a vedere e che è forse è quella che varchi meglio la soglia di quell'intimità del suo canto rappreso di un mondo sensibile e complesso che lascia una sua risonanza e cioè che Claudia avrebbe scritto questa poesia con una matita per gli occhi. Questo commento era sepolto in mezzo a altri undici o dodici, ma ieri pomeriggio Sandra mi ha scritto che le è arrivato, o che forse l'occhio si è fermato perché forse le ho detto qualcosa o meglio, le ho restituito il centro che ha fatto dentro di me, il centro di avermi lasciato una ventata come di un profumo ma non troppo forte ma nemmeno sfumato. Vorrei che adesso, con questo piccolo episodio, provaste a rileggere i suoi versi e poi a chiudere gli occhi e vedere o sentire la sua voce. La voce di una persona che non conosco ma che ha avuto l'attenzione e l'acume verso l'impercettibile ed il piccolo dei poeti veri, quelli che non lo dicono mai e che forse nemmeno lo sanno più.
Ciao, Claudia e grazie.
l.s.


Una fata

Ti bacerò le mani fautrice dei miei sogni

fata della mia anima

carisma della mia nascita

ambiguità irritante e misteriosa

controversie dello spirito

così avido da non temere nessuna paura

santa e ammirevole compassione

non ingannata dal tempo, che malgrado tutto cresce, e si rivolta contro

per l'arricchimento di notti incoscienti e spensierate

l'amore e l'allegria nelle braccia di chi, caricato dall'amaro degno

fu felice di accoglierti

non biasimando il passato, e le croci di antiche generazioni

ancora oggi incatenate da mani ansiose, folli

che inseguono folate di vento gelido come l'odio

indispettite, infreddolite

mentre aspettano un segno

un mondo, una via

qualcuno che le accompagni

e riconosca la grande valle dove nessuno e niente giace e si rinnega

di non aver mai dato amore.
Claudia Mazzoni

1 commenti:

sm ha detto...

Queste righe che hai scritto di me, mischiate con parole verso la mia bellissima amica Claudia Mazzoni, mi hanno commosso e mi hanno lasciato una sensazione strana, quasi scritta sul corpo. La forza di questo commento sta proprio nella sincerità di ciò che hai scritto, e pur conoscoscendo Claudia riflessa solo da una poesia, hai messo a nudo la sua sensibilità che porta alla sua arte.
Grazie Luigi! Grazie!
sm