Il cercare l'originalità a tutti i costi.
A volte sembrerebbe una sorta di strano debito: con se stessi o con una strana idea con cui affrontare l'attacco di un testo o i punti e le arterie principali del suo sviluppo.
Parlare di stile e quindi di originalità del linguaggio utilizzato,prima di procedere al lavoro di scrittura, mi suona spesso come una volontà di abbandono del proprio lato più istintivo, che non è né antiquato né moderno ma è semplicemente il carico naturale della vita di chi scrive, che deve essere tradotto su carta, in qualche modo.
Non penso che un procedimento così profondo e articolato possa sopportare troppe etichette, o troppi procedimenti di analisi, in particolar modo quando ci si lavora dentro.
Si può correggere all'infinito un testo, ma in fondo la sua originalità o la sua modernità non sono quasi sempre prevedibili matematicamente, ma sono fattori contestuali a diversi parametri e il più delle volte non sono neanche l' oggetto di una ricerca apposita.
L'attenzione alle sonorità dei vari paragrafi, le scelte, a volte più o meno ragionate, sono fattori che vanno sviluppati, ampilificati o ridotti, nelle fasi di riscrittura, dove si è già diventati un altro da quello strano tizio sconosciuto che ha rovesciato di getto la prima bozza e che in fondo è anche lui un personaggio che vive fuori da un tempo preciso. Quando il testo funziona le capacità di modellare aumentano, come aumentano le emozioni nel riprenderlo tra le mani.
E poi c' è sempre il rischio meraviglioso di aver girato a vuoto, maledettamente. Ma comunque si è appreso comunque qualcosa in più, e allora ne sarà valsa la pena
l.s.
A volte sembrerebbe una sorta di strano debito: con se stessi o con una strana idea con cui affrontare l'attacco di un testo o i punti e le arterie principali del suo sviluppo.
Parlare di stile e quindi di originalità del linguaggio utilizzato,prima di procedere al lavoro di scrittura, mi suona spesso come una volontà di abbandono del proprio lato più istintivo, che non è né antiquato né moderno ma è semplicemente il carico naturale della vita di chi scrive, che deve essere tradotto su carta, in qualche modo.
Non penso che un procedimento così profondo e articolato possa sopportare troppe etichette, o troppi procedimenti di analisi, in particolar modo quando ci si lavora dentro.
Si può correggere all'infinito un testo, ma in fondo la sua originalità o la sua modernità non sono quasi sempre prevedibili matematicamente, ma sono fattori contestuali a diversi parametri e il più delle volte non sono neanche l' oggetto di una ricerca apposita.
L'attenzione alle sonorità dei vari paragrafi, le scelte, a volte più o meno ragionate, sono fattori che vanno sviluppati, ampilificati o ridotti, nelle fasi di riscrittura, dove si è già diventati un altro da quello strano tizio sconosciuto che ha rovesciato di getto la prima bozza e che in fondo è anche lui un personaggio che vive fuori da un tempo preciso. Quando il testo funziona le capacità di modellare aumentano, come aumentano le emozioni nel riprenderlo tra le mani.
E poi c' è sempre il rischio meraviglioso di aver girato a vuoto, maledettamente. Ma comunque si è appreso comunque qualcosa in più, e allora ne sarà valsa la pena
l.s.
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