lunedì 17 giugno 2013

N come Norma



Le cose semplici sono le uniche che portano davvero lontano; quelle che quando stai distratto le ricordi, un po' ci pensi e se qualcuno ti guarda quando le pensi, vede nei tuoi occhi una bellezza che non c'è mai stata. Ogni bellezza è qualcosa che non è mai stata. Non esiste una bellezza nota o che puoi paragonare a qualcosa che hai già visto e che ti è già successa.
Una bellezza vera è semplice, piccola, piccola, piccola ma così rara, come questa che mi è apparsa...proprio stamattina: ordino un caffè. Accanto a me una donna bruna, molto simile al soggetto della foto, con  un sorriso molto intenso, gli occhi vivi di una ballerina. Mi guarda per qualche istante. È con una persona anziana, che si trova al suo fianco, sul lato destro del bancone. La donna bruna parla col barista, si nota che lo conosce, perché un po' ci scherza, e anche il barista ci scherza, come fanno di solito i baristi con le donne dagli occhi vivi di una ballerina. Credo parlassero di una bambina di loro conoscenza, che la donna bruna avrebbe voluto rivedere. Ordino il mio caffè all'altro barista.
La donna bruna sbaglia l'ordinazione, dice che non voleva del latte ma solo il caffè macchiato e il cappuccino per la signora anziana, intanto si rivolge alla donna anziana e il barista le fa: come si chiama la mamma, e la donna bruna: si chiama Norma, poi, quasi sottovoce, ma non è la mia mamma, ma è come se lo fosse, vero? Questo però l'ho sentito soltanto io, è come se fosse una confidenza, qualcosa di segreto da dividere in pochi o soltanto tra loro due donne. Il barista intanto le porge la tazza del cappuccino con una N in corsivo che galleggia sulla schiuma, spruzzata di cacao, così elegante, amorevole e curata da mettermi il freddo. Mi giro verso la donna e poi verso Norma, quando la sua non figlia le fa: è vero che tu per me sei come una mamma, e quella, Norma, continua a guardare nel vuoto, senza risponderle. Lo sguardo perso, annebbiato, di qualcuno che non c'è. 
La N come Norma ancora integra sulla schiuma, nella tazza del cappuccino.
Le due si spostano a un tavolino, io consumo in piedi, esco e le guardo ancora, prima di andare.
Norma è seduta, immobile, senza parlare. L'altra, la donna bruna che le sta di fronte, con gli occhioni bruni, le gira con la sua calma, la calma di una ballerina sola al mondo, il cappuccino firmato.




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