mercoledì 28 aprile 2010

"L'azzurro della notte": Informazione, impressione, comprensione dolorosa. Del fidarsi incondizionato


Una storia di questo tipo rappresenta per chi l'ha scritta un punto di non ritorno. Assoluto. Per diverse ragioni, che cercherò di elaborare nel tempo, sia attraverso nuove riflessioni, che sviluppando scritti successivi. Dopo aver scritto di Simona, la pattinatrice o falena notturna e di tutto quello che le succede intorno o attraverso, e di Lampo e di uno scrittore senza parole, penso che tutto quello che scriverò dopo sarà minato da questa stessa ombra di dolcezza e di spavento simultanei, quell'ombra azzurra del cielo e del contesto, del tema, dell'uso particolarissimo di un pdv sdoppiato o in alcuni casi triplicato. L'uso del linguaggio come matrice primaria "perturbante" su tutto l'impianto emotivo. Cercherò di articolare in questo post, solo i dieci punti fondamentali che ho ricavato a una prima rapida analisi, su cui si è articolata la vicenda narrativa, come piccoli tasselli da tenere fermi in un luogo e cercare all'occorenza per risonanza (o per necessità?).
La storia si sviluppa su piani diversi e simultanei, e anche nella costruzione dell'impianto, mi sono dovuto abituare a prendere confidenza con questa cortina particolare e complessa, che separa lo scritto dal sognato o dal "non ancora verificato" ma già reale. Questa storia è esattamente dentro entrambe le ampolle appannate, tra la notte e la prima sera, come la stessa tinta curiosa che stacca nel buio, come se sfiorata da una lontana luminescenza. 
Una storia d'amore, improbabile ma forse tra le più profonde e spaventose che la mia immaginazione abbia mai incrociato. L'elemento più forte, e lo dico da lettore, - perché quando leggo le mie storie voglio viverle come un lettore che non sa quello che accade, (e quando lo scritto funziona dimentico sempre di saperlo,anche dopo la decima scorsa) -, è  che tutti gli elementi della struttura, i personaggi, le situazioni, le attese, i colori, le luci, si immergono nella vita di chi legge e rimangono sospesi e pattinanti in cerchio, come ospiti improvvisi, fidanzati di un'estate o di una vita, fantasmi o parassiti, ma difficilmente "dimenticabili". Questo è un fattore che mi ha fatto molto riflettere, dal momento che il mio coinvolgimento di fronte a un lavoro del genere e così rischioso, che ho visto crescere dal suo embrione sotto i miei occhi, è tale che questo fattore non si può spiegare, nel senso che non lo avevo nemmeno previsto. Perché Simona sia diventata parte della mia vita, e per ogni elemento della mia esistenza arriverò a lei, questo rimarrà un mistero, eppure in questa storia esiste questa sicura così strana, che te la blocca dentro, come una nostalgia feroce o un innamoramento verso quelle precise dinamiche e atmosfere della sua vita. Fino all'ultimo attimo. (Parlo ancora per me, chiaramente) L'unico modo per sottrarsene è non cominciarla. A volte immagino che se non l'avessi mai scritta o pensata, sarebbe stata diversa la mia vita. Anche quello che scrivo adesso avrà la risonanza di certe luci, di certi attimi che possono inspiegabilmente dilatarsi in una loro strana logica di eternità legati a quelle vite che sento vere e vive, forse nell'attesa che le riconosca, da qualche parte.

Gli elementi fondamentali del percorso:

1) Scrittura e vita o sogno?

2) I colori della notte. La pittura. Mutamenti dei cieli e degli animi

3) L'amare incondizionato.

4) Il dolore: informazione, impressione, comprensione. Sade.

5) Il rosso dell'uomo, l'azzurro di Dio?

6) Simona e i suoi pattini invisibili senza pista: espressività negli affetti e nel dolore. La rinuncia consapevole. La fiducia. Il sacrificio nel buio.

7) I punti di vista alternati su dinamiche comuni. La prima persona narrante è la stessa che scrive la notte di quello che ancora non sa del tutto e non vive?

8) Il cane Lampo. La nostalgia della perdita. Prospettiva mutante. Entità di equilibrio.

9) Sigmund Freud: Unheimlic ("Il Perturbante" 1919) Francese: Inquiétant; Spagnolo: lúgubre, siniestro. Gli occhi e  i movimenti delle bambole. Il magico e il doloroso nella malattia mentale.

10) Il contratto affettivo nella malattia mentale.
l.s.

Foto di Daniela Fariello.


2 commenti:

Giovanni ha detto...

Bella la foto e bella l'idea de "I colori della notte. La pittura. Mutamenti dei cieli e degli animi". Mi intriga. È un romanzo, giusto? Iniziato o stai facendo una scheda dettagliata di trama, personaggi, ecc? Sono curioso di leggerlo :) . Fammi sapere.

luigi ha detto...

Caro Giovanni, ti ringrazio delle tue parole. "L'azzurro della notte" è un racconto già finito che sto analizzando e rettificando, e quindi ancora inedito.
A presto e ancora grazie,
l.s.