lunedì 3 settembre 2012

"La donna della stanza 19", qualche estratto

"Osservavo il punto di attacco dell'acqua con le strutture rigide in metallo, che riflesse nello specchio marino si facevano mobili e fluttuanti, come vecchie bandiere macerate dal tempo. Pensai a scendervi una notte, e scriverle al buio, col rumore dell'acqua che si infrangeva sul ferro. Mi voltai indietro. Guardai l'albergo, appena soleggiato di  rosa. Le finestre allineate come badesse, alcune imposte socchiuse. Un'aria ancora ostile e poco ventilata. Chissà dove sarà situato il suo terrazzino e se avrà già letto la mia prima breve lettera, pensavo. Ritornai ansioso nella sala colazione, dove mia madre e i miei fratelli avevano appena occupato il tavolo. Il mio fratello più grande, Peter, giocava col vasetto di fiori, e mia madre lo rimproverava, dicendogli di stare buono. Nessuno si accorse del mio ingresso. L'altro tavolo, il numero 19, era vuoto e questo mi addolorò. L'autista privato giunse all'albergo al solito orario. Avevo la chiave della stanza ben stretta nella tasca, mentre mia madre mi baciava sotto il suo cappello bianco, risucchiandomi nella sua lunga ombra e nel turgore dei seni, e i miei due fratelli sprofondavano già nei sedili posteriori a parlottare e a scherzare come ossessi tra di loro, ignorandomi, come loro solito, se non per dedicarmi qualche gestaccio dal finestrino, a motore ormai avviato, senza essere notati dalla mamma che parlava con l'autista, dalla nuca fitta di rughe, senza guardare nulla oltre la strada e il cancello nero di uscita. Ritornavo da solo. L'albergo nel giro di poco sarebbe diventato silenzioso, in quel clima tombale che nemmeno la notte fonda risuonava così puro e incontaminato. Avevo tanto potere e tanta autonomia da rimanerne avvinto e paralizzato. Come tutte le grandi libertà, che non lasciano più il tempo di muoversi".

 "L'odore della farmacia, dove sono stato questo pomeriggio con mia madre, è un odore molto riposante. Vi rimarrei per ore a sentire l'odore delle medicine ancora nuove, mi ricorda, come bellezza, l'odore delle cartolerie di provincia, appena aperte, che quando non passa l'aria per un po' di tempo sono cariche di aromi balsamici e molto potenti. Anche la sua figura è un aroma balsamico e molto potente, come l'odore delle farmacie o delle cartolerie di provincia. Ma questo adesso non c'entra. La pomata che il farmacista mi ha venduto ha un effetto molto positivo, non solo sulla mia pelle ma anche sulle mie parole, e su queste di questo messaggio, almeno questa è la mia sensazione nello scriverle, non potrò prevedere l'effetto che le faranno nel leggerle, sempre se lo farà, naturalmente, so benissimo che non deve sentirsi obbligata ed è giusto che sia così. Ma io continuo a scriverle lo stesso. Non ho più controllato dietro la seconda panchina, tra i sassi, se c'è qualche messaggio che mi riguarda. Credo di farlo in serata, di verificare, quando non passano troppe persone". 

"La luce sulle tavole sbiancate delle palafitte sembra caricarsi della luce del mare, dell'acqua alta. Il ragazzo avrebbe forse allungato un braccio nell'acqua, non ricordo, o forse è quello che avrei fatto io. Vorrei rimettere la pelle in sesto, al più presto, per raggiungere le palafitte un'altra mattina, quando mia madre e i miei fratelli sono alla spiaggia di Puolo. Ma sarò costretto a nascondere a mia madre dei miglioramenti, altrimenti non mi lascerà da solo in albergo, e nemmeno consentirà a farmi scendere da solo giù alle palafitte, dove l'acqua è molto alta, e dove le tavole hanno anche alcuni chiodi sporgenti e dove il sole batte molto forte e acceca".

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