La luna entrava in cucina,
come un gatto impregnava il tavolo,
una scodella rossa, il tuo braccio disteso.
Siamo stanchi morti, quel bianco ti ha raggelata,
credendo fosse una volpe hai provato paura.
Mi hai preso la mano, come la luna il camino.
Ti ho lasciato scorrere la paura negli occhi
serissimi e più bassi,
poi l'ho allontananata solo con un dito,
appena un punto sotto l'occhio sinistro,
scostandoti i capelli scesi al viso.
La paura, la volpe e la luna sono ritornate fuori,
in aperta campagna c'era un odore di latte.
Dall'altra stanza un bambino si domandava della morte
e la sua madre maga gli sbadigliava neve nella bocca.
La voce della Dea gnostica, Paolo Riberi
10 ore fa


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