lunedì 9 aprile 2012

Home sweet Home

Mischiato nel fumo il balcone,
un limbo d'ardesia e balia fantasma,
dalla sua luce farà in un lampo
che attira pace dai rilievi e disegna

d'autunno le nevi, se resisti più a lungo
all'esercizio incestuoso, (nel silenzio
un treno scompare e libera dall'ago
il filo bianco di una casa sul poggio,

distesa ai lumi d'oro di una volta).

3 commenti:

Rosanna Palmieri ha detto...

Casa e pace possono essere sinonimi e a volte lo sono, non datiamo i sogni... però!
R.P.

P.S.Dimenticavo, bella.-)

P.P.S. Auguri...tardivi.

luigi ha detto...

Grazie, Rosanna.
L'idea del testo è proprio nel contrasto. Se ci hai fatto caso, nel titolo lo sweet lo racchiudo tra due H maiuscole quasi muranti anche se mute. Casa in inglese comincia con un suono ghost e molto aspirato, e questo mi ha fatto pensare molto. Ci ho lavorato parecchio quest'estate, poi l'ho ripreso, lasciato, ripreso ancora e trasformato, per renderlo quanto più asciutto nel suo doloroso..
A presto.
l.s.

luigi ha detto...

P.s.
Il sogno è datato perché oltre una certa soglia di dolore non sarebbe più d'oro. La fase onirica segnerebbe un punto di non ritorno. Tragico, credo. Ecco il perché.
l.s.