mercoledì 25 aprile 2012

Appunti e ambizioni

Ciascuna ambizione al mondo mi porta dolore, quanto la sua assenza.
Ciascun passo fatto con una tensione di accumulo fa male quanto il suo corrispettivo senza l'impulso.
La strada ideale potrebbe frapporsi tra queste che ho scritto, ma non essere previdibile nei tempi tecnici di una messa in scena.
Non camminare, per esempio. Decidendo di non camminare e di non fare passi, si potrebbe scavalcare il rischio doloroso dell'ambizioso, quanto quello altrettanto graffiante della mancanza di ambizione.
Camminare con un terzo fine. Per sentire l'odore degli alberi. Per guardare scendere la sera, sulla ruota panoramica che si accende, le voci lontane dai ristoranti. Cose che si conoscono e si raggiungono quando si vogliono, senza doverne soffrire la mancanza. Amare ciò che vi è di più comune, imparare a desiderare ciò che non andrebbe desiderato perché già c'è. E parlarne, o scrivere. Nulla di speciale, di tragico, di morale.
In ogni parola che aggiungo, che correggo, che sottraggo, c'è un'ambizione, ma non un'ambizione privata, intima, che mi appartiene, ma una di un altro tipo. Una molto comune, che mi porta a desiderare un linguaggio fatto di parole giuste e disinfettate, anche se non mie. Un linguaggio non più mio, che potrebbe desiderare anche lo speciale, il tragico o il cazzotto morale che non conosco, non capisco e non mi appartiene, ma che mi conviene. Ma nessuno riuscirà a riconoscere la differenza tra quelle che sono mie ambizioni e mie parole, e quelle che invece sono di altri. Potrei fare qualsiasi cosa e il suo contrario e tutto rimarrebbe uguale, non cambierebbe nulla. Non cambierebbe l'ambizione, nemmeno il dolore. L'assenza di ambizione, il tipo di parole, o surrogati. Mi si troverebbe più originale se ladro di parole non mie, e folle o ladro, se invece onesto e originale nelle mie scelte più sentite. Potrei essere il primo a confondermi e a confonderle.
Scrivere di cosa, allora? Ma di questo: dell''odore degli alberi, del guardare scendere la sera, sulla ruota panoramica che si accende, qualcosa che c'è e che non c'è...
La strada ideale potrebbe non frapporsi tra queste, ma essere invece in ciascuna. 
L'unica possibilità è imparare l'assenza del proprio gesto o passo creativo, dove saranno inclusi e sorpassati i conflitti, i delitti, i profitti di una certa esperienza. Amarla e odiarla dal suo negativo, senza nessun'altra interferenza: forse.


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