lunedì 26 dicembre 2011

Step 2 (La petite mort):

Step 2: Dedico il secondo step di approfondimento, all'uso dei tempi. Cerco di non dilungarmi e lasciare solo qualche spunto di riflessione o stimolo. Il blocco introduttivo del racconto si mantiene sul particolare presente di un luogo che potrebbe non essere scenario attuale del fatto narrato, ma scenario passato. Stesso luogo, stessa data, ma vissuto come ambiente di rievocazione e non di azione pura e vissuta. Ma questo che cosa potrebbe cambiare? Se il luogo della stanza è lo stesso il presente illistra un passato? Lascio che la storia si sveli. I tempi dell'inizio, al presente, illustrano le sensazioni di quello che avviene o di quello che è avvenuto la notte della telefonata?" È molto tardi quando mi affonda un certo pensiero/gli occhi magici a quest’ora avvertono meglio e in modo più scandito il crepitio di tutto quello che avviene, o che freme e che non avviene ancora del tutto./ Alcuni miei pensieri si addensano ai pochi ricordi rimasti vivi,/ un pensiero come questo, che mi ha sfiorato in una smorfia svogliata di sonno": è chiaro che la voce narrante allude a un fatto che avviene, ma che potrebbe essere avvenuto o avvenire ancora in futuro: "Una telefonata oscura, nel cuore contrabbasso della mia notte – quelle mute e appena affannate, avrebbero lasciato insonni diversi individui per intere discendenze". Questa telefonata, che sarà il nucleo della storia, non è ancora specificata da un tempo di azione, ma da un'ipotesi delle sue conseguenze, che possono quindi associarla a un'esperienza subìta o anche passata, in quella stessa situazione ambientale ed emotiva. "C’è addirittura chi pensa che da una particolare telefonata anonima e zannata notturna, ti si possa spezzare qualcosa dentro e per sempre, nel fondo più insondabile del dirupo, senza alcuna possibilità di rimedi. Ho i brividi…Anche in una notte di veglia e di vigilia così solitaria e insulare, di cui mi accingo proprio adesso a narrarvi" continua ancora, la voce narrante, a parlare di un presente che ha già vissuto e che adesso dimostra di conoscere. La lente d'ingradimento sta dilatando le forme e i dettagli ancora oscuri. È un presente condizionato da una conoscenza dei fatti, quanto un fatto passato anche se oscuro, nel suo passato. E poi, all'improvviso "Ma quella notte del ventiquattro io risposi": questo è il primo punto rivelatore della prospettiva temporale, che fino a quel momento era rimasta sospesa in un presente molto sformato e probabilistico. Credo che sia importante ragionare sulle scelte temporali. I più certosini griderebbero allo scandalo, per il solo fatto di variare l'uso dei tempi in segmenti di narrato molto vicini, senza sapere che per raggiungere certi effetti, è necessario proiettarsi nelle mille possibilità offerte dal tempo psicologico, oltre a quelle del tempo cronologico. È tutto.

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