lunedì 19 aprile 2010

Incipit inedito in corso. Il mio cattivo esempio di come lavoro su di un testo grezzo

Rodare un incipit. Uno come questo che è di quest'ultima estate e sta vivendo ancora la dolcezza dolorosa di una stanca stagionatura, forse ancora lunga. L'estate scrivo sui quaderni a righe, ho un polso strano, che fa il verso a tutti i maestri della mia vita che hanno tentato di correggerlo e forse è proprio da quel polso che si svelano le mie piccole stenosi, di un linguaggio che amo e che non so, a volte al limite con l'incapacità di scrivere. Forse il mio cattivo esempio, ancora così oscuro, forse sono proprio così e non penso di saper scrivere in modo diverso. Penso che non sapendo scrivere che così, posso perdermi come vorrei, in un mio mondo che mi accolga, come una gondola o una giostra. Forse , in altro modo, non sarei onesto e quella chiarezza artificiale soffrirebbe quello spazio angusto che l' affama. Ve lo lascio come un appunto privato di lavoro.
Un omaggio silenzioso ai nuovi e più fedeli amici di questo blog, -in frastagliata successione asindetica- che lo stanno modificando e stanno cambiando in meglio anche me, con il loro grande cuore e la loro stima: (Stefania (the little midge)  e il suo momento così delicato e difficile e il suo palazzo di S e di T, Sandrina (Dorothy), che metto sempre in un tempo soltanto suo, eterno e rarefatto, ottativo sognante verso le sue risorse e la sua voglia di comunicare, Daniela (editor nata) e la sua malinconia segreta e lo spessore delle lettere antiche e delle foto moderne dei suoi nuovi amici fotografati e già così amati da me,  l'eleganza umana e poetica di Rosanna, con il suo indimenticabile controluce di Napoli e di Roberto, a Giovannino detto ancia  e a tutti quelli che passano di qui, nel mio regno inutile e invisibile, e anche a chi non passa: e forse anche a mio padre e a mio zio, che quanto meno mi invidieranno per la bellezza dei miei nuovi amici, più che per le mie parole, che sono molto meno importanti di tutti loro)

INCIPIT ESTATE 2009 [titolo provvisorio: Il privilegio, oppure, il privilegio di Konrad oppure  valutare in base al contesto. Non pensarci troppo: viene da solo. Non guardare mai le parole che scrivo. Scrivere come al buio, almeno in prima stesura]
l.s.
(L'incipit riporta esattamente a bozza grezza, con qualche indicazione che io aggiungo e che riprendo durante lo sviluppo. È una parte ancora selvatica,quella della prima stesura, che era rimasta al buio dal mese di agosto)

PROVA MATERIALE QUADERNO ESTATE 2009 
  (Località ancora da definire. Preferenze a una certa Germania, preferibilmente provincia dai climi cattivi. Disgelo. Persone dietro ai vetri dagli sguardi ghiacciati)
Le sue giornate passavano e scolorivano con la lentezza dello spazzacamino: gli stessi tempi foschi nella discesa, attracco di dita corte e annerite nel robusto anello delle nocche, quando si curvavano sulle tegole rosse, la grande scia di fuliggine da ciuchi verso l'odore di spezie lontane, nel vento alla sua riemersione disperata, le colline di argento che gli morivano negli occhi: la sera. Konrad Flesch, il suo nome lontano. Lontano e più lontano ancora, in qualsiasi luogo lo si pronunciasse, impregnato di una distanza fisica, di struttura, quella stessa del suo sguardo perduto, sempre un po' altrove, un po' più scuro e meno sicuro degli altri sguardi, anche degli altri che si perdono prima o che si sentono solo perduti anche senza esserlo. Konrad ormai aveva rinunciato a viaggiare, e allora toccava farlo solo con i pensieri e i suoi pensieri si muovevano e si svelavano dalle assenze dello sguardo, botte lucida e specchio luminoso del suo cervello solitario e impantanato dalla bruma tedesca e quasi. Non viaggiando, il buon Konrad si intratteneva, per cullarsi nell'amaca ventilante di giorni uguali e mozzi di vita e di fiabeshe vacillanti a romanzate luci, radicati nell'uguaglianza e nella monofobia dei lampi improvvisi e del diaspro prezioso dei suoi ricordi, l' albero Konrad, forse un ontano o un buon pino bianco e senza nodi,[approfondire vegetazione in base alla località prescelta. Consultare testo di botanica] ma quelli muovono almeno le foglie e fanno viaggiare e muovere altri occhi nella loro direzione, sono segnali freschi e dolci di viaggi o di antiche mete. Ma Konrad era solo radicato e fermo, ma poco visibile e non centrato. I getti erano ancora troppo deboli, per chi lo conosceva [scegliere località] rimaneva immutabile e trasparente, fioriture improvvise e struggenti delle rose antiche, sparite in un soffio di sangue e solitario sole solagnolo. Alla sua finestra, sempre la stessa dinamica: sorseggiava e inghiottiva e poi guardava i mutamenti sottili: la tazza con due mani,[valutare sul tremore o meno*] il fumo fin dentro le maniche lunghe come tappeti arrotolanti il suo passato uguale al suo presente e al suo trapassato e quindi anche al suo futuro. Chissà..., pensava poi. In effetti, per il povero Konrad, qualsiasi distanza temporale dal proprio presente, qualsiasi varco in perenne e imperscrutabile estensione, aveva dentro la sua buona dose di veleno fresco e nitido di ampolla e di venoso dolore; ma solo una parte precisa della sua vita, ancora troppo vicina e pulsante, si differenziava dalle altre, con qualcosa di diverso al suo interno, come un taglio azzurro, una siringa nella gran stimmata che respira e che socchiude una scintilla rubino al posto del varco di sangue. Aveva come dentro un dolore del tutto diverso dagli altri, e riguardava Thomas: un dolore non più legato al tempo, ma a molto altro. Thomas, figlio di mia sorella. Mio[!!!!pdv!!!!] e suo nipote. Amici e cognati acquisiti. [sperimentare ipotassi o paraipotassi]
l.s.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Scrivere quello e come sentiamo
è il primo passo felice, atto d'onestà con se stessi e il lettore.
E arriva... uh... se arriva
Non sono certamente io che lo può dire, tu in quanto musicista lo sai meglio di qualsiasi altra persona al mondo!
Attraverso l'espressione, quale sia... musica, pittura, scrittura
filtrano emozioni, vibrazioni
e sincerità, e trasparenza, e onestà, tanta onestà.
Questi sono canali oserei dire che possono veicolare il nostro "superiore", ci regalano cose che talvolta non sappiamo di avere.
Grazie per il tuo ottimo incipit, un buon esempio di scrittura, descrittivo nelle forme e sensazioni.
Incuriosisce e vuoi conoscere chi alberga in quelle pagine.

Il tuo "regno inutile e invisibile" mi ha regalato un arricchimento venuto dall'alto come una carezza!
Una parola nel momento giusto.
p.s. little midge è veramente originale... mi viene da sorridere... sono una frana con l'inglese, ho preso il vocabolario!
Buona serata Luigi.
Stefania