giovedì 22 agosto 2013

Efficacia narrativa:

Temo, ma non da poco tempo, questa inflessibile crociata dell'accorgimento, accorgimento metaintellettuale sul dettaglio narrativo perfetto, in particolare mosso da un atteggiamento astuto e poco ispirato, meglio se  smaliziato, assimilato in diversi casi come primizia iniziatica di scuola più che per un percorso brancolante e solitario, sofferto, mossa abile e toccata da grande scacchista contro una sassata o una saetta nella notte. 
O anche, l'insistenza sulla particolare attitudine a mostrare soprattutto efficacia nella tecnica narrativa, efficacia che in diversi casi non guarda ad altro che al rivelarsi tale, efficace, probabilmente efficiente della sua salda e sagace efficacia, educata a potersi giustificare per la tenuta dei fianchi, per il portamento, per lo standard ideologico-letterario del passo, per il suo aspetto sintatticamente atletico e performante, che si contenta dell'affabulazione più che del nutrimento, della rasatura ben curata più che del sano colorito – detta in soldoni: del mostrare gli incisivi al posto del cuore. 
Il resto sarà e rimarrà quindi secondario, comunque poco importante. Quello che conta è l'efficacia, come aspetto recondito e interiore di una certa particolare estetica o regime di una verità inviolabile e superiore, totalizzante. La tecnica sacrale e cruciale dell'efficacia, fine e sublime a se stessa, alla sola muscolatura del tessuto.
Temo l'efficacia quando è stornata dalla sua luce non riflessa; la preferisco ombrata se non assorbita, semmai in controluce, come conseguenza di un moto parallelo e contrario, e non essenza assoluta e forbita di una sola precisa struttura codificata. Quando è cristallo di un apparato astrale ma non stellato, per un esempio.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

È vero. La crociata della perfezione narrativa è un pretesto per permettere alla mediocrità di dilagare indisturbata. Siccome Tolstoj, Dostoevskij, Dante non sono "perfetti", allora parlare di talento, oppure affermare che ci sono libri che valgono più di altri, rappresenta una perdita di tempo.
Inoltre, c'è l'abitudine di frugare nella vita privata degli autori alla ricerca di qualcosa di "scandaloso", che ne macchi in qualche maniera la reputazione. Anche questo è un mezzo per abbassare i migliori, dimostrare che non erano niente di che.
A questo punto resta la fredda efficacia, che racconta storie perfette perché non racconta la realtà.

Eletta Senso ha detto...

Capita che un pezzo del serpente finisca in un altro luogo. Così trovo qui il pezzo mancante al mio doppio post relativo allo stupore della vuotezza della scrittura premiata in Italia. Grazie, dunque, per questo.
Eletta
( La poesia che segue questo post è bellissima )

luigi ha detto...

@marco freccero: la fredda efficacia. è proprio così, Marco. Una questione di temperatura, di una perfezione surgelata e plastificata. Condivido.

@Eletta: serpeggiano le possibili diramazioni su una certa idea della letteratura, e questo è un aspetto incoraggiante che completa all'infinito e definisce quello che ciascuno voleva esprimere. Grazie quindi e sempre a te, anche per la piccola prova "Passaggio di chiari".
saluti
luigi