lunedì 19 agosto 2013

Le lettere da Capri, di Mario Soldati



Non capita così spesso che un romanzo possa prendere così tanto, travolgere come un incubo nero nel sonno, tanto da svegliarmi di colpo la notte, con precisione due notti fa, per costringermi a continuarlo e poi completarlo dopo poche ore, di furia, come un pasto notturno di una faina nel buio di un podere. Mi è successo giusto nella zona più avanzata  e flessuosa della narrazione, quella dove si snodavano i misteri più fondi e titanici della storia,  gli attriti, le toccate sagaci degli intrecci.
Quanta eleganza, tenacia e solennità in questo narrare sublime e fondente: colto ma aspro e insieme vellutato, impermeabile al passare del tempo, delle nozioni, degli stili.
Di notte o quasi verso il mattino, potrei dire, la prosa incantevole di Soldati avvince e strega con ancora più vigore e credibilità, senza concedere stasi, ulteriori varchi e strade di fuga dalla sua sevizia dura e generosa. Soldati potrebbe narrare qualsiasi cosa con quel tipo di colore, di ritmo sorpendente ma invisibile, che ammanta, frantuma e poi impiuma di siero azzurrato e terso ogni lato più minuto, intimo ed ombrato della storia, dalla rupe emozionante del suo telaio alla morbidezza più ispirata della forma.
Considero "Le lettere da Capri", di Mario Soldati, un affresco superbo, affascinante e misterioso, che rivela le dinamiche affettive e afflittive di una o due o mille e infinite relazioni che si specchiano e si disperdono nel loro mare alto e verdissimo, quanto insondabile, nella spasdomica ricerca di uno sbocco di gioventù e di verità, ma che sia fatta appena di pace o che ne abbia e ne mantenga appena l'odore, il punto più sottile e invisibile di coronaria. In uno spaccato verosimile e avvincente che prende ai polsi e alla gola, attraverso le tremende complessità atomiche dell'amore di ogni essere umano e di ogni essere umano catapultato e imprigionato nella dimensione labirintica e fobica di un amore assoluto, in contrasto con le regole di scuola, le ortodossie, la morale, le convenzioni.
Non aggiungo altro. Lascio al testo la precisione e la fragranza salutare della sua parola, per chi sarà curioso e vorrà forse avvicinarlo o insidiarlo, come sfida alle sue invincibili resistenze o alla pietrosità del suo sonno.

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