domenica 14 febbraio 2010

Ho osservato

Ho osservato diversi genitori, tra di loro anche molto diversi, e anche molto sensibili e intelligenti. Li ho  osservati in  rapporto all'approccio di misurazione e  di relativa ostentazione sui pregi dei loro  figli: li ho osservati anche gioire quando si indovina dall'esterno quel particolare pregio, che a volte sta più a cuore degli altri, o la profondità di sguardo e la bellezza degli occhi della loro bambina ballerina, con lo chignon che le scopre la nuca, e ancora il capriccio selvatico di un'attitudine o di un talento, la capacità di linguaggio e di intelligenza, la velocità dei riflessi; ho osservato madri parcheggiare in tripla fila per consegnarle in orario ai corsi di danza o di pianoforte, e ho saputo tutto dei loro figli, dai loro sguardi e dalle bocche dei loro amici. Mi è sfuggita solo una cosa, ma mi è sfuggita simultaneamente da più parti, anche lontane: la capacità di amare, del proprio figlio. Quella è sempre tenuta un po' nascosta, come un parente scomodo o uno zio un po' scemo da parcheggiare in cucina quando arrivano gli ospiti importanti. Al contrario, una certa naturale dimestichezza con l'odio o con forme simili e vicine, mette molto meno  imbarazzo, a volte addirittura diverte, come se attestasse una certa propensione al dominio -in questi tempi così difficili è importante che ci si impari a difendere- e a volte si fa a gara nel branco dei parenti, da chi, tra i più riusciti e realizzati,  abbia rimato da quel particolare gene, quel filo di veleno così originale, efficace e forse anche produttivo, in una certa confusa idea di futuro e di realizzazione. 
È solo quello che in alcuni casi ho visto e ho sentito.
l.s.

2 commenti:

Sandra ha detto...

Purtroppo molte persone hanno pudore a parlare di amore, di cose belle da trasmettere ai figli, o ai nipoti... E invece parlar male o istigare ad una partita di piccoli di sei anni ad "azzoppare" o a sputare all'avversario è da furbi. E i bambini prendono ciò che vedono dai genitori, lo prendono come insegnamento e lo fanno proprio! Purtroppo. Ridono, le mamme, se i loro bambini sono più vivaci di altri, al parco, già violenti con pugni o prepotenze per la fila allo scivolino... Le mamme ridono, i loro figli sapranno farsi strada nel mondo...
Basta guardare Corona, alla prima condanna, quando dichiarò in tribunale con la camicia aperta ad ostentare i suoi tatuaggi che si vergognava di essere italiano.
Io: io, caro Corona, mi vergogno che sono italiana come te.
Ogni giorno dico ai miei figli "Ti voglio bene!" perchè non la sentano una frase di cui vergognarsi, ma una frase che fa stare bene! E da trasmettere...
Un abbraccio! Sandra

Anonimo ha detto...

Trovo l'analisi veritiera, mi meravigliarebbe riscontrare un'attenzione diversa ai sentimenti non distruttivi così poco funzionali alla competizione sociale e quindi così poco di moda (se non nelle occasioni comandate). Condividiamo il 99% del patrimonio genetico con le scimmie, non dimentichiamolo! Certo basterebbe un pò di consapevolezza per sollevarci un pò dal mero rango di animali...F.