giovedì 4 luglio 2013

L'ombra del disagio

È questa penombra che si fa ombra e mi allontana, sempre di più, da questo impero di numeriche che riguardano gli esseri umani, conteggiati nelle proprie relazioni sui social, ostentati, come se fossero un bel sedere, un muscolo. Ho più amici di te, guarda quanti, a volte mi ricorda i ragazzini che misurano la loro massa virile dai pantaloni: che orrore...Ho più amici di te che poi è come dire: ce l'ho più lungo o comunque sono più in gamba, popolare, efficace. Ho più seno, sono più alto, più forte, più capace, seduttivo, appariscente, importante, performante, devastante.
Tutto questo non mi appartiene e mi incupisce.
Preferisco l'ombra, la solitudine, che non potrà mai essere enumerata, brandita, ostentata. Conteggiata.
Il mio disagio è puro e senza fondo. Senza numeriche, classifiche, resoconti e statistiche di sorta.
Vorrei avere uno zero, uno zero schiacciante che mi cancelli dal conteggio ossessivo, dalle adesioni che ormai hanno intrappolato il mondo. Uno zero  che mi risucchi nelle sue sabbie mobili, senza speranza.
Sono fatto di tutto quello che non ho enumerato, inventariato, inquinanto dal potere del numero che mi quantifica. Sono fatto dei numeri e dei primati sociali che non ho mai raggiunto; sono la mia sola ricchezza, la mia identità senza codici. Sono fatto della qualità del poco che ho faticato ad avere.
È per questo che sto meditando un cambiamento.

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