domenica 14 luglio 2013

L'abbraccio dedicato

A volte mi chiedo se sia una questione di tempi, di quegli istanti particolarissimi e preziosi, che spesso si organizzano al mio passaggio, nemmeno dovessero fingersi veri e credibili per la mia sola figura testimoniante.
Nemmeno mezz'ora fa, ero sui gradini di un ponte metallico, che divide la darsena portuale da un parco alberato urbano di una cittadina laziale, quando scorgo due donne, una appena più giovane dell'altra, che si scambiano qualcosa,  forse un piccolo regalo – credo quella con gli occhiali e con i capelli legati e portati all'altezza di una spalla, ma da un solo lato, che ha dato qualcosa all'altra. Rimango sospeso ma continuo a salire e una volta sopra, sul ponte, a pochi centimetri da entrambe, le vedo abbracciate, in un abbraccio forte, emozionante, stretto come un nodo da marinaio alle imbarcazioni poco lontane, che già si scorgevano dall'altra parte del ponte.
L'abbraccio è continuato per tutto il mio passaggio. Lo sentivo anche quando non le guardavo più. Quella con gli occhiali aveva la testa coricata sulla spalla dell'altra e sorrideva e l'altra anche sorrideva, senza dirsi.
E io passavo dall'altra parte e le guardavo ancora, così unite nel sole di questa domenica, pensando a quanto facciano bene certe immagini, quanto siano eloquenti, colte, lontane,  tra le darsene e i parchi alberati del mondo, in questa tenerezza così asciutta e sconfinata, che è solo patrimonio e matrimonio delle donne con il loro dolore.
Dedico questo abbraccio tra donne, a tutte le mie amiche importanti, alla loro possibilità di essere accudite e nutrite nel tempo dalla speranza di questo gesto potente e delicato, che rimanga fermo e contento, nel suo centro tonale, contro il gelo e le contrazioni di questo cattivo tempo e che le renda abitate dalla stessa luce azzurrina che ha raggiunto le vele sulla darsena, mentre mettevo già in moto e ripartivo.

2 commenti:

Eletta Senso ha detto...

Grazie!
Immagine densa di tonalità emotive leggere come un acquerello.
Eletta

luigi ha detto...

le cose più belle sono quelle che non si prendono, che non si afferrano e che si lasciano respirare. Sarebbe bello che questa tonalità dello sfiorare diventi un nuovo alfabeto, un nuovo modo di guardare e mai di controllare o di trattenere la vostra bellezza. Di abbracciarla appena con gli occhi.
Un grazie a te, che sei un'artista e un'amica.
luigi