martedì 25 novembre 2008

Tre saggi di Freud



Mi imbatto, circa un mesetto fa, in una schiera ben nutrita di bancarelle di libri usati, nella zona del centro storico della mia città.
Un volume piccolo, a un prezzo irrisorio: Tre saggi sulla teoria della sessualità, di Sigmund Freud.
In un volume così minuto, una mirabile concentrazione di intuizioni e ricerche su uno degli aspetti fondamentali della sua straordinaria ricerca.
I tre saggi sono corredati da note di approfondimento, e abbracciano tutte le sfumature più sottili degli aspetti devianti dell'individuo, con analisi approfondite sul comportamento nelle varie fasi della sua crescita e maturazione.
Penso a quanto la perseveranza di questa scienza così appassionata, abbia contribuito alla consapevolezza della natura profonda e dolorosa dell'uomo, e a quanti squarci di letteratura del Novecento si siano imbevuti e poi rappresi di quei percorsi d'indagine così misteriosi e seduttivi.
Basti pensare al fascino delle soglie surrealiste più agguerrite, e al rapporto diretto con l'inconscio e le strutture poetiche di Thomas, o alle bellissime e toccanti pagine bertolucciane, invischiate nell'ansia profonda delle sue origini e dei contesti vivi e luminescenti delle sue rêveries, ombrate di quel calmo mistero sognante, nei suoi passi più elegiaci e sofferti.
Qualche verso:
"Freud ha ragione
ma torto, la nevrosi è sì la condizione
della salute...
daLa crescita di una bambina- Viaggio d'invernoA. Bertolucci.
E allora mi rifugio in questo intreccio di scientificità e mistero, dove cercare risposte impossibili, ma che rendono ancora viva la ricerca di chi tenta di esprimersi, comunque, attraverso il mutarsi imprevedibile dei tempi e dei dissesti.
E tutto questo mondo, scaturito attraverso un piccolo volume, edizioni Dall'Oglio del 1949, trovato a pochi euro, in un giorno caldo d'Autunno.
l.s.

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