mercoledì 26 novembre 2008

Sala lettura e interludio


L'altra sera termino Nexus, di Miller. Rimango ancora confuso e folgorato dalla gioia rapsodica delle sue luci Europee-Americane, che non tramontano facilmente, dai visi femminili e dai suoi fiumi in piena, improvvisi ma ancora rassicuranti, grassi di pioggia e di soli nordici pietrosi, puliti.
Concludere una lettura con quel peso negli attacchi e nel taglio a volte volontariamente "anarchico" della struttura, rimane di per sé un' esperienza particolare, permeata di riposo e di desiderio di trattenere, di assorbire i tratti più vicini ai propri sensori, ai propri inferni lucidi e nascosti, che per un po' hanno trovato fiamma.
Fuori riprende il vento. Le luci delle scale saltano: solo luci di emergenza. Niente antenna centralizzata. Niente televisore.
Attacco un racconto di Mann. Uno a caso, scovato da una sua pregevole raccolta.
Adesso ritorna la pace apparente dei suoi interni tedeschi, della madre lontana al pianoforte nella luce bassa di un salone, e vi scorgo una strana impossibile continuità di corrente: nessun trauma, nessun contrasto. L'uomo che pensa e che canta, insieme ai ruggiti ventosi, che muovono le finestre, mentre mi avvicino una coperta.
l.s.

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