mercoledì 11 gennaio 2017

I racconti notturni di Hoffmann: anatomia dei richiami




La meraviglia di alcune opere letterarie, quando sono davvero grandi, è questa capacità di risonanza, specie nelle fasi in cui il lettore ne è in qualche modo distante. Un flusso misterioso, questo pomeriggio, mi ha avvinto di questo particolare richiamo o fitta di nostalgia, infondendomi nel cuore il desiderio di ritornare alle pagine interrotte dei "Racconti notturni" di E. T. A. Hoffmann, ma con la speranza sottesa di non finirle mai. Nataniele, Clara, Lotario insieme all'avvocato Coppelius e all'uomo dei barometri, mi attenderanno, puntuali, a notte fonda, nel punto esatto in cui li ho lasciati, nella mota comune del nostro sogno d'amore. Le loro ombre, ancora così vivide nel ricordarle, rimarranno fedeli nell'attesa di un mio prossimo ritorno, come della mia stessa fedeltà per ridare loro il colore di una nuova aria di morte e di libertà. A notte fonda riaprirò il libro, nel punto interrotto, con una luce fioca ma sufficiente per farmi strada nell'incanto della storia e della sua bruma divorante. Questa mancanza così nutriente, che ha maturato nel silenzio del mio pomeriggio e della mia prima sera, durante l'assenza dalla lettura del primo dei racconti notturni, sarà già parte viva della sua voce narrante e del suo intarsio tenebroso, che oltrepassa le regole delle parole, inerpicandosi ancora oltre, in territori sconosciuti e impervi, quanto rassicuranti. 
Anche se sono un amante della carta, ho cominciato a leggere questo libro su di un dispositivo Cybook Opus, in formato ePub, nell'edizione Einaudi, introdotta mirabilmente da Claudio Magris. Il vantaggio di questa soluzione è che stanotte potrò illuminare il mio dispositivo con la luce fioca di una minuscola lampada da lettura, a misura di ebook reader, che mi darà l'illusione di essere tornato a lume di candela, semmai davvero  in un'altra epoca,  non troppo distante da quella di Hoffmann, abbandonandomi al destino del suo primo racconto notturno e delle sue distese, quasi senza tempo, quando intorno il mondo tace, murato in un inverno surreale e appena stellato, forse mai accaduto così. Tutto questo incanto sarà parte dell'anima del libro come della mia vita, ormai in modo imprescindibile. Un flusso vitale e comune tra lettore e scrittore, che mi costringerà e sospingerà, come è già successo, in un nuovo e altro livello di realtà, senza speranza di riemersione o di riscatto. Ecco un segno tangibile e inequivocabile di grandezza, secondo me: il flusso sognante di questi richiami. Non altro, al momento, mi darà conferma di quanto valga il dolore e la vacanza di questo gioco segreto, nel profondo incontro con un libro.

































0 commenti: