giovedì 5 marzo 2015

Piove lentamente: ritornando a Sandro Penna


Ritorno spesso a Sandro Penna. Lo faccio in momenti particolari, sempre mosso da ispirazione, mai con un fare meccanico, pianificato. E tutte le volte che ritorno a Sandro Penna, riacquisisco sempre qualcosa di raro quanto di prezioso in più. Una suggestione,  così come uno sguardo diverso sulle cose, appena "indovinato", semmai con dentro qualche decimo, giusto quel rigo di febbricola, da rendere questo sguardo più lucido e profondo di come non fosse fino a qualche istante fa.
I ritratti di Penna si avvertono nella loro toccante leggerezza, ma anche nella loro cifra di struggimento. Sono passaggi lievi, che faticano ad estinguersi come allo stesso modo a prendere luce dal loro primo apparire, timido o come se adombrato da uno scorcio silenzioso. Inflitti di una loro luminescenza serale, di quella linea dolente e poetica che li continua, li rielabora e non li abbandona. Allo stesso modo di questo acquerello urbano, nella sua giusta lontanza, velato da una pioggia lenta, instancabile, dove si perdono gli occhi nei profumi.
A seguire uno stralcio significativo e particolarissimo di una sua prosa: "I sentieri",  trovato aprendo una pagina a caso, pochi minuti fa:

"Piove lentamente, ma io entro lo stesso sul ponte lunghissimo, avido di questa pioggia, di questa fresca oscurità sul fiume che riflette lontane e rarissime luci. Lumi ancor più lontani si accendono sulle colline, definendole a grado a grado dall'informe massa oscura in cui a pena s'indovinavano prima. Vado verso la città, laggiù fittissima di luci colorate e di vita. Là portici, caffé e cinematografi sono ad aspettare la mia persona bagnata. Penso che troppo spesso tradisco il mio amore di questo luogo umido e leggero, se già godo di quelle immagini confortevoli e cittadine. Ma non vale. Ogni amore ha la sua durata e l'uno cede all'altro il posto. Affretto il mio passo felice, nemmeno curando gli incontri di occhi bellissimi a guardarmi".

0 commenti: