giovedì 12 marzo 2015

Miller: profondità e nonsenso. Apparenze dell'inintellegibile!



Non voglio commentare, né aggiungere. né riflettere più di tanto. Voglio solo godermi l'eterno mal di denti di queste parole nella loro fiammante destrezza filosofica di rinculo! Questo flusso magmatico milleriano che stordisce di effetto e di bellezza, come un vortice di firmamento gli occhi di un adolescente. Così, verso l'abisso del nonsenso, da "Sexus". A voi:

"Nulla è meno pazzo, meno caotico di un'opera della fantasia. Una creazione del genere, che si riduce a pura invenzione, pervade tutti i livelli, creando, come l'acqua, il proprio livello. Le innumerevoli interpretazioni che se ne danno non apportano alcun contributo, si limitano ad accrescere l'importanza di ciò che in apparenza è inintellegibile. Questa inintellegibilità assume in qualche modo un significato profondo, ognuno ne è influenzato, compresi coloro che sostengono di non esserlo. Nelle opere della fantasia è presente un qualcosa che può essere paragonato soltanto a un elisir. Questo elemento misterioso, al quale ci si riferisce spesso come a un«nonsense», ha in sé il sapore e l'aroma di quel mondo più vasto e assolutamente impenetrabile nel quale esistiamo noi assieme a tutti i mondi celesti. Il termine nonsenso è una delle parole più elusive del nostro vocabolario. Possiede soltanto una qualità negativa, come la morte. Nessuno può spiegare l'assurdo; è possibile soltanto dimostrarlo. Aggiungere inoltre che senso e nonsenso sono intercambiabili significa soltanto insistere sullo stesso punto. Il nonsenso appartiene ad altri mondi, ad altre dimensioni, e il gesto con il quale a volte lo allontaniamo da noi, la definitività con la quale lo bandiamo, ne attesta la natura sconvolgente. Tutto ciò che non riusciamo a includere nella cornice limitata della nostra comprensione, lo respingiamo. Così è possibile vedere determinate e insospettate affinità nella profondità e nel nonsenso".
Henry Miller





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