L’influenza di Kafka
5 ore fa
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2 commenti:
Io che amo le frasi brevi, che cerco sempre di ridurle allo stretto necessario, comprendo il coraggio e la fatica di chi ammalia il lettore con una struttura più articolata.
Mentre leggevo questo racconto mi veniva in mente il poeta e lo scrittore islandese Thor Vilhjalmsson. Anche lui aveva una presa ricca, potente, per questo lo consiglio a pochi. Credo che tu lo apprezzeresti, troveresti nella sua scrittura molta somiglianza con il tuo modo di affrontare la pagina. La volontà di offrire al lettore una parola curata, non sciatta, che lo induca ad alzare la testa da una realtà banale.
Tutto questo per dire che insomma, il racconto è riuscito, molto buono.
Vilhjalmsson nella sua ultima intervista diceva di essere stato fortunato perché aveva trovato un editore che non era interessato al denaro. Credo che sia l'augurio da porgere a chiunque tenti un cammino slegato da mode e stupidità.
Caro Marco,
il tuo bellissimo commento, mi imbarazza non poco, ma mi conferma ancora la tua attenzione di verifica e di esplorazione della sostanza, indipendentemente dal fatto che sia parte un causa di questa strana sostanza psichica che è la scrittura.
Una forma di talento, la tua, indubbia. Le tue lezioni sul racconto sono di grande livello!
In ogni mia prova, tornando al mio piccolo, microscopico orticello, vivo sempre la spaccatura tra l'essenziale e il pericolo dell'ornamento eccessivo, come due richiami paralleli, così come quello della comunicazione e dell'appagamento di un proprio mood di scrittura, che è quello che ti consente di partire. Questa storia nasce da spettri e da ombre, senza una volontà di dimostrare o di alzare troppo la voce. A Milano è stata apprezzata, ma è molto particolare, a volte pare decadente, poi riprende quota, non so che cosa avviene, ma è nata proprio così. La voce narrante è dietro a una tenda, c'è chi riuscirà a percepirla, come è successo a te, o chi avrà il bisogno di accendere le luci e farla svanire. Spesso è l'idea primaria della storia e dell'ispirazione che mi codifica gli strumenti stilistici per espanderla. Diciamo che a scriverla oggi, come mi sento ora, avrei cambiato delle cose, forse diverse, alcune che ora mi fanno sorridere, ma penso che il suo cuore e il suo senso generale, ne rimarrebbero inalterati,.
Sono molto curioso del tuo suggerimento letterario, quanto imbarazzato per l'evocazione a Vilhjalmsson che il mio telegramma ti ha evocato.
Un saluto affettuoso.
luigi
p.s.
continuo a leggerti:
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