venerdì 5 aprile 2013

Le zampe della mosca

La notte mi sfonda e mi protegge,
da un treppiedi di purezza al dentifricio negli occhi,
quando il viso spunta sul gelo stellato
durante il furto tragico di un'auto. 
Il muro di una montagna sprofonda nei passi 
di chi rincasa in taxi dopo il gioco d'azzardo.
L'orologio imbecca gli attimi come un colibrì.
Vorrei assistervi come se non fossi.
Nella nebbia gialla di un romanzo interrotto
sono il vomito sempreverde del mare:
le zampe della mosca che tremano sul delitto.

2 commenti:

Eletta Senso ha detto...

Ben tornato, poeta.
Eletta

luigi ha detto...

Addirittura?
l.s.