lunedì 11 ottobre 2010

Processi di pensiero e scrittura

Ho sempre individuato, nei processi confusi di pensiero che volgono alla parola scritta, due anime e parti diverse, a volte in apparente conflitto tra di loro. Quella più composta, dico nel flusso del suo sgorgare, perché frutto di qualcosa di vero e di vivo che mi è successo e che adesso sto ricordando con lucidità mentre lo scrivo. Un elemento tangibile, a volte molto fisico, che riesci a tradurre, pur nella sua comprensibile incompletezza di aderenza all'informazione primaria. 
È quella parte più naturale, dove riconosco un nesso evidente tra la mia vita e lo strano cappio dello scrivere, che diventa continuazione, alveo  e confine espressivo.
Ma esiste anche un'altra anima, ancora più oscura, che quando arriva ha una sua naturale estensione di dominio, e scorre in una sorta di esondazione, e senza nessun nesso apparente che la incateni o la scateni dalla mia vita, dalle mie reazioni, dalla forma e dallo stile del mio linguaggio, dalle mie emozioni, dalla mia natura. 
Ha una sua eccellente capacità di adattarsi a tutto quello che di reale ho scritto e ho pensato fino a quell'istante e ha una sua costituzione già perfetta, integra e intoccabile, sia nella struttura che nei nessi attraverso i quali si ricongiunge al tessuto precedente.
È la parte oscura, quella che pare più fuori che dentro la mia vita, flusso archetipico o residuo di sogno dimenticato, ma che in fondo potrebbe essere più autentica di quella che interseca il lato esperienziale.
Ho individuato entrambe, a volte però mi piace immaginarle le stesse, confuse e mischiate in una nuova dimensione che non le divida ma che le unisca.
l.s.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Io lo chiamo Trans della penna...
è uno spirito guida che ti inonda...
tu parti con la penna ed è lei che ti porta
in mondi inesplorari...
tuoi, ma a te sconosciuti...
e ringrazi, chi?
...ringrazi!
Buona giornata
Stefania